lunedì 14 dicembre 2009

Comunicato di Pablo e Júbilo sullo sciopero della fame di fine anno

Salve a tutte/i,
restituiamo il saluto, per adesso solo per lettera, a tutte le espressioni di solidarietà ricevute da un po' di tempo a questa parte. Ci hanno fatto salire il morale, sul serio compagni! Siamo stati contenti di ricevere le ultime notizie.
Adesso, compagni, diciamo la nostra sullo "sciopero della fame solidale" di 12 giorni, proposta avanzata dal compagno Gabriel Pombo Da Silva rinchiuso nel carcere di Aachen, Germania.
La nostra opinione (ne abbiamo già parlato con Margarito [Cristian Cancino]) è quella di non aderirvi. Per il fatto che ci troviamo per molti aspetti in una situazione sfavorevole e instabile, di essere "imputati in un processo", il che significa direttamente avere la vulnerabilità giuridico-legale di non poco conto e, anche se sembra ovvio dirlo, noi siamo "nel ventre della bestia". Il punto è che non essendo condannati abbiamo ancora la chance di uscire da queste accoglienti gabbie.
Sottolineiamo che questa decisione non è presa in relazione alla sottomissione che cercano di infonderci o per non accettare o comprendere le conseguenze dell'essere in una guerra dichiarata contro il dominio ed i suoi sostenitori. Ma noi la vediamo come una questione, per ora, strategica, cercando di non dar loro ulteriori argomenti attraverso i quali continueranno ad ampliare i fascicoli d'indagine, in quanto loro cercano solo di mantenerci sequestrati, con il fine di coartare il nostro agire rivoluzionario (come se il carcere lo impedisse, eh!) e infondere la paura della punizione esemplare verso tutti quelli che pretendono sovvertire quest'ordine.
Ribadiamo, compagni, che è una decisione molto personale e ben discussa... perché noi aneliamo la strada, quella condizione meno restrittiva dalla quale siamo stati privati. Oltre ad esser convinti che nella strada siamo di molto più "utili" in tutti gli aspetti.
Non vogliamo contestualizzare ed adeguare i metodi di lotta che ci impone il nemico, ma sì siamo consci che una guerra senza strategia metodica né senza adeguata riflessione delle conseguenze produca situazioni peggiori di quella attuale.
Senza l'intenzione di trasformare questo scritto in una retorica rivoluzionaria, che è già abbondante, speriamo di vederci nella terra vergine e fare dei sogni un materiale concreto per una somma di squisita libertà.
Con affetto e convinzione,
Pablo y Júbilo (forzatamente noto come Matías).
p.s.: scusateci per il ritardo della nostra risposta, meglio tardi che mai.

Nota: Questo scritto è stato redatto dai compagni nella settimana che va ad al 30 novembre al 6 dicembre, pertanto chiediamo scusa per il ritardo nel diffonderlo dovuto a ragioni diverse che non ci hanno permesso di realizzare quanto promesso.

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