domenica 28 febbraio 2010

Cile - Di fronte all'indomita forza della natura selvaggia, alcune notizie dal terremoto

fonte: comunicato anonimo inviato a Culmine, 28.02.10

Il 27 febbraio, la natura selvaggia ha di nuovo fornito una dimostrazione della sua capacità con un terremoto di 8.8 della scala Richter sul territorio occupato dallo Stato del Cile con un saldo di 700 morti, fino ad ora. Sarebbe sbagliato avanzare delle considerazioni etiche su un fenomeno della natura che non si lascia dominare, pur tuttavia ci sono state delle conseguenze per gli sfruttati e per noi compagni che portiamo avanti la lotta da questa parte del mondo.
La stampa festeggia morbosamente e lancia il classico appello ai militari a riempire le strade di fronte ai saccheggi ed ai possibili disordini, così come giudica e condanna i saccheggiatori dall'alto del compito di giudici e formatori dell'opinione pubblica.
Di seguito, alcune brevi informazioni da questi territori:

- Spazi Occupati a Santiago del Cile:
L'occupazione “La Crota” ha subito il distacco di parte della facciata del muro esterno ed una parte del tetto è caduta proprio sulla biblioteca, Caduto anche un muro interno sull'orto, danneggiandolo. Da segnalare che una parte della costruzione occupata dai compagni è in "adobe" (misto tra argilla e paglia).
- Nel C.S.O Sacco y Vanzetti ha ceduto parte del tetto. Diversi muri presentano delle crepe ed infine c'è il classico disordine dovuto alla caduta degli scaffali della biblioteca.
Questa è l'informazione della quale siamo in possesso per adesso, il che non significa che gli altri spazi non siano stati colpiti. In seguito si aggiungeranno informazioni.

- Saccheggi
In diversi luoghi del territorio, i bisogni umani hanno avuto la priorità sulla legge e sulla morale borghese di rispetto per la proprietà privata.
Attacchi contro supermercati e grandi centri commerciali per recuperare ed espropriare alimenti, acqua ed altri elementi per la sopravvivenza hanno visto la grande partecipazione degli sfruttati.
A Concepción (epicentro del terremoto) gli sfruttati saccheggiano i supermercati sia di notte che di giorno, mentre i giornalisti filmano tali scene commentandole da bravi guardiani del capitale. La polizia inizia a reprimere brutalmente con gli idranti (macabra ironia dell'autorità, considerando che in città la somministrazione dell'acqua è stata soppressa) e sparando di continuo gas lacrimogeni contro gli sfruttati.
Queste ore sono state ravvivate da un paio di scontri, dai commenti della stampa e dalla merce espropriata nelle mani ansiose degli sfruttati.
Le autorità parlano già di una situazione critica ed alcuni militari hanno occupato le strade per cercare di "controllare la situazione". La stampa s'indegna per i saccheggi di articoli che non sono di prima necessità e che, in maniera ridicola, i benestanti giornalisti considerano come "beni si lusso". Gli sfruttati cercano di afferrare quel che possono dalle vetrine.
Alla fine i militari sono stati autorizzati a presidiare le strade ed è stato decretato lo stato d'assedio nelle regioni più colpite, mentre a Santiago del Cile effettivi delle forze delle sicurezza vigilano i supermercati, ma proprio nel comune di Quilicura (Santiago) si verificano saccheggi contro supermercati e farmacie culminati con l'isterica PDI (Policia de Investigaciones) che spara contro i saccheggiatori.

- Prigionieri
Non abbiamo notizie certe sulla situazione fisica dei compagni prigionieri a Santiago e le rispettive prigioni in cui si trovano sequestrati.
Axel Osorio, Marcelo Dotte, Esteban Huiniguir (C.A.S).
Marcelo Villarroel, Freddy Fuentevilla (M.A.S).
Pablo Carvajal, Matías Castro, Cristian Cancino (Santiago 1)
Sergio Vasquez, Alvaro Olivares (compagni del collettivo 22 de enero, rinchiusi nella malandata Ex Penitenciaria)
Flora Pavez (C.P.F)
Probabilmente, le situazioni più preoccupanti sono quelle di Sergio, Alvaro e Flora per il tipo di costruzione di quei centri di sterminio.
Nel carcere "El Manzano", vicino a Concepción, dopo il terremoto c'è stata una sommossa, seguita da un incendio. Alla fine 70 detenuti sono riusciti ad evadere ed una parte del centro di sterminio è stata distrutta dalle fiamme. Si tratta di un carcere che rinchiude alcuni dei tanti mapuche che hanno deciso di lottare contro lo Stato. Sinceramente, ci auguriamo che più di un peñi sia riuscito ad evadere. Per il momento non ci sono informazioni da altri carceri sullo stato di salute dei prigionieri politici mapuche.
Nel centro di sterminio di Chillan, in seguito alla caduta di un muro, s'è verificata una evasione di massa dei detenuti. 90 sono stati ricatturati e 4 sono stati giustiziati -meglio morti che liberi hanno pensato i carcerieri-. Alla fine sono riusciti ad evadere in 293 e fino ad ora continuano ad esser liberi.
La stampa parla di evasioni e tentate evasioni in diverse prigioni del paese, ma si tratta di informazioni da verificare.

Le vecchie strutture del Capitale... non cadranno da sole!

venerdì 26 febbraio 2010

John Zerzan - Superuomo ed Unabomber

Nati con una differenza di cento anni l'uno dall'altro, i curricula di Friedrich Nietzsche e di Theodore Kaczynski dimostrano alcuni importanti paralleli. Entrambi hanno rifiutato delle promettenti carriere accademiche: Nietzsche in filologia, Kaczynski in matematica. Entrambi hanno cercato di trarre il massimo vantaggio da un'esistenza fondamentalmente solitaria. "La filosofia, per come l'ho intesa e vissuta finora, è una vita volontariamente trascorsa tra i ghiacci e le alte montagne" ha detto Nietzsche in Ecce Homo. Per Kaczynski, il ghiaccio e le alte montagne sono stati più di una descrizione letterale, visti gli anni passati in una capanna nelle Montagne Rocciose.
Leslie Chamberlain (Nietzsche in Turin, London, 1996) ha riassunto l'esperienza di Nietzsche come "empia, disoccupata, senza donne e senza tetto." Kaczynski ha vagabondato meno, ma anche a lui la caratterizzazione si addice abbastanza bene. Entrambi hanno fallito nelle loro relazioni con le donne e si sono disinteressati nel considerarne la condizione sociale. Entrambi sono stati di tanto in tanto minacciati dalla malattia e dall'impoverimento. Entrambi sono stati traditi dai propri fratelli unici: Nietzsche dalla sorella Elizabeth, che mise mano ai suoi scritti quando era indifeso per poterla ostacolare; Kaczynski dal fratello David, che lo denunciò all'FBI.
Il concetto centrale di Nietzsche era la volontà di potenza. La grande idea di Kaczynski era ed è il processo del potere.
Entrambi hanno elogiato la forza ed hanno aspramente criticato la compassione: Nietzsche con la sua critica del cristianesimo come malsana "moralità da schiavi"; Kaczynski con la sua critica alla sinistra quale disonesta proiezione della debolezza personale.
Entrambi hanno sostanzialmente sviluppato una psicologia morale, sebbene Kaczynski non si sia limitato alla sola psicologia.
L'analisi di Nietzsche è rimasta nei limiti della cultura. La sua ricerca di una rigenerazione dello spirito umano e della realizzazione dell'individuo è essenzialmente estetica. Per lui l'arte, per molti aspetti, ha rimpiazzato Dio. La sua concezione artistica post-cristiana è la misura della dionisiaca "trasmutazione di tutti i valori". "Quel che più importa... è sempre la cultura" (Il Crepuscolo degli idoli).
Non ci sono dubbi sulla fede di Nietzsche nella gerarchia, sulla sua giustificazione del rango e dello sfruttamento. La concezione anarchica di Kaczynski sostiene una comunità libera, decentralizzata fino alla reciprocità faccia a faccia.
Kaczynski, come Nietzsche, pone la virilità al di sopra della decadenza, ma egli ha visto che la si può raggiungere solo passando per una trasformazione sociale. Ne Al di là del bene e del male, Nietzsche ha biasimato "la democratizzazione dell'Europa" per quella che vedeva come una mentalità da gregge. Ne La società industriale ed il suo futuro, Kaczynski ha riconosciuto la necessità d'un cambiamento ben più profondo rispetto a quello politico (per non parlare di quello estetico) affinché l'individuo possa divenire libero e realizzato. Egli s'è reso conto che la logica della vita industrializzata è un ostacolo ed ha incitato alla sua distruzione. Per lui, esser pratici nella vita quotidiana è di gran lunga il fattore più importante rispetto ai valori astratti o all'espressione estetica. Quindi, Nietzsche e Kaczynski hanno considerato la crisi dei valori in maniera piuttosto diversa. Particolarmente nella persona di Zarathustra, Nietzsche si appella ad una redenzione personale attraverso un atto di volontà. Kaczynski non ignora il contesto dell'individuo, ovvero le forze che rendono vane la sua vita fino ad un livello fondamentale.
Nietzsche s'è incentrato sulla cultura tedesca, come ad esempio sul Caso Wagner. Kaczynski ha esplorato il movimento e gli effetti di un ordine industriale sempre più artificiale ed alienante.
Nietzsche ha affermato lo spirito libero in libri come Umano, troppo umano, Aurora e La gaia scienza, per poi metterne in discussione l'esistenza in altri testi. Kaczynski ha dimostrato che l'autonomia individuale è problematica nella società moderna, e che questo problema è una funzione di tale società.
Sia Nietzsche che Kaczynski sono considerati da tante/i come nichilisti. L'ethos dominante postmoderno eleva Nietzsche ed ignora Kaczynski - fondamentalmente perché Nietzsche non mette in discussione la società, come fa Kaczynski.
Secondo il postmodernismo il Sé è solo un prodotto, un risultato, nient'altro che un effetto superficiale. In fondo è stato Nietzsche a dare origine a quest'atteggiamento (ora anche noto come "la morte del soggetto") che si può trovare in molti dei suoi scritti. Kaczynski ha manifestato una decisa autonomia ed ha dimostrato che l'individuo non s'è ancora estinto. Si può deplorare la fine dell'individuo sovrano e scadere nella passività e nel cinismo postmoderno oppure, come ha fatto Kaczynski, diagnosticare la condizione dell'individuo nella società e combatterla.
Nel anni '20 del secolo scorso il Das Unbehagen in der Kultur [in italiano, Il disagio della civiltà] di Freud è stato tradotto in inglese come Civilization and Its Discontents (La civilizzazione ed i suoi malumori), anche se letteralmente significa "quali disagi ci crea la cultura". Nietzsche non ha mai messo in discussione la cultura in sé. Kaczynski ha fatto luce sul perché l'industrialismo, la nascita della cultura, devono essere superati affinché possano esistere benessere e libertà.
John Zerzan

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traduzione di Marco Camenisch, a cura di Culmine
l'articolo originale, in inglese, è su:
http://bioclasta.blogspot.com/2010/02/john-zerzan-overman-and-unabomber.html

Il presente articolo è contenuto nel libro:
John Zerzan - Twilight of the machines, Feral House, Port Townsend WA, USA, 2008
A breve compariranno le traduzioni in italiano ed in tedesco, entrambe tradotte da Marco Camenisch.

John Zerzan - Overman and Unabomber

Born a hundred years apart, the lives of Friedrich Nietzsche and Theodore Kaczynski contain some important parallels. Both refused extremely promising academic careers: Nietzsche in philology, Kaczynski in mathematics. Each tried to make the most of a basically solitary existence. "Philosophy, as I have understood and lived it to this day, is a life voluntarily spent in ice and high mountains", said Nietzsche in Ecce Homo. For Kaczynski, the ice and high mountains were a more literal description, given his years in a cabin in the Montana Rockies.
Leslie Chamberlain (Nietzsche in Turin, London, 1996) summed up Nietzsche's experience as "Godless, jobless, wifeless and homeless."
Kaczynski wandered less, but the characterization fits him very closely, too. Both were failures in relating to women, and uninterested in considering the condition of women in society. The two were both menaced at times by illness and impoverishment. Each was betrayed by this only sibling: Nietzsche by his sister Elizabeth, who tampered with his writings when he was helpless to prevent her; Kaczynski by his brother David, who fingered him for the FBI.
Nietzsche's central concept was the will to power. Kaczynski's big idea was the power process.
Both extolled strength and attacked pity: Nietzsche with his critique of Christianity as an unhealthy "slave morality", Kaczynski in term of leftism as a dishonest projection of personal weakness.
Each developed, at base, a moral psychology, althought Kaczynski is not limited to a psychology.
Nietzsche's analysis is contained within culture. His quest for a regeneration of the human spirit and the fulfillment of the individual is essentially aesthetic. Art, in many ways, replaced God for him. His post-Christian artistic vision is the measure of the Dionysian "revaluation of values". "What matters most... is always culture" (Twilight of the Gods).
There is no gettings around Nietzsche's belief in hierarchy, his justification of rank and exploitation. Kaczynski's anarchist vision called for free community, decentralized to the point of face-to-face interaction.
Kaczynski like Nietzsche, also desires virility over decadence, but saw that this can only be realized in terms of a social transformation. In Beyond Good and Evil, Nietzsche blamed "the democratization of Europe" for what he saw as a herd mentality. In Industrial Society and Its Future, Kaczynski recognized that a much deeper change than the political (not to mention the aesthetic) would be needed for the individual to be fre and fulfilled. He understood the logic of insutrialized life to be the ostacle, and called for its destruction. For him, how everyday life is experienced was a far more important factor than abstract values or aesthetic expression. Nietzsche and Kaczynski thus see the values crisis quite differently. Especially in the persona of Zarathustra, Nietzsche calls for personal redemption throught an act of the will. Kaczynski does not overlook the context of the individual, the forces that frustrate his/her life at a basic level.
Nietzsche focused on German culture, e.g. the case of Wagner. Kaczynski examined the movement and consequences of an increasingly artificial and estranging global industrial order.
Nietzsche affirmed the free spirit in books such as Human, All Too Human, Daybreak, and The Gay Science, only to question the existence of free will in other texts. Kaczynski showed that individual autonomy is problematic in modern society, and that this problem is a function of that society.
Both Nietzsche and Kaczynski are seen as nihilists by many. The prevailing postmodern ethos elevates Nietzsche and ignores Kaczynski -largely because Nietzsche does not challenge society and Kaczynski does.
For postmodernism, the self is just a product, and outcome, nothing more than a surface effect. Nietzsche actually originated this stance (now also known as "the death of the subject"), which can be found in many of his writings. Kaczynski expressed a determinated autonomy and showed that the individual has not been extinguished. One can lament the end of the sovereign individual and lapse into postmodern passivity and cynicism, or diagnose the individual's condition in society and challenge this condition, as Kaczynski did.
Freud's Das Unbehagen in der Kultur, translated in the 1920s as Civilization and Its Discontents, read more literally as "what makes us uncomfortable about culture". Nietzsche never questioned culture itself. Kaczynski shed light on why industrialism, the ground of culture, must be overcome for health and freedom to exist.
John Zerzan

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John Zerzan - Twilight of the machines, Feral House, Port Townsend WA, USA, 2008

domenica 21 febbraio 2010

giovedì 18 febbraio 2010

La Federación Anarquista Insurreccionalista Informal sull'arresto di Adrian

traduzione: Culmine

Comunicato sull'arresto di Adrian Magdaleno


Ai compagni che continuano nella guerra contro lo Stato ed il capitalismo
Al movimento anarchico in generale
Dinanzi al perentorio articolo di Alejandro Jiménez, del quotidiano messicano El Universal, e dinanzi a quel che si dice attorno al caso di Adrian Magdaleno, desideriamo esprimere quanto segue:
In primo luogo, pensiamo che sia di una totale stupidità ammucchiare tutti i gruppi d'azione anarchica in una unica prospettiva, prendendo spunto da un'azione individuale. I gruppi anarchici, come ben sapete, hanno diverse forme e modi d'agire, basati sull'analisi che parte dall'affinità.
Non tutti siamo d'accordo con l'azione di collocare un esplosivo nella metropolitana, a maggior ragione quando c'è gente all'interno. Tutte le azioni devono esser calcolate in anticipo, ma per motivi di principi e strategici noi non la faremmo comunque. D'altra parte, non vogliamo contribuire alla spettacolarizzazione ed alla criminalizzazione dello Stato nel ritenere il compagno colpevole o innocente. Egli è coerente con le sue idee ed azioni.
Vogliamo anche sputare in faccia a ALEJANDRO JIMENEZ che deve riportare l'informazione com'è, in quanto le 29 pattuglie di Tijuana sono state bruciate e non mitragliate e le dicerie della polizia che avrebbe trovato materiale nella casa di Adrian che lo legherebbe al movimento di Atenco ed ai gruppi di liberazione animale sono state diffuse dalla stampa, proprio per averle ricevute dalla polizia.
D'altro lato, lo esortiamo a non emettere alcun giudizio su Adrian, perché lui ha solo la versione della polizia e non le motivazioni che a livello individuale hanno spinto a realizzare tale azione. Di conseguenza, non condividiamo quell'articolo reazionario che invece di contribuire ad un'analisi critica sembra essere un classico articolo di cronaca nera, che cerca di criminalizzare il movimento d'azione anarchica, tentando sempre di sminuirlo in comparazione alle sue amate guerriglie comuniste. Come qualsiasi buon reporter dello Stato (in maniera diretta o indiretta) che guarda all'esterno, lo esortiamo a stare attento alla sua opinione.
Da parte nostra, dichiariamo che non abbiamo alcun legame diretto con nessun membro del FLA o dei gruppi eco-anarchici. Anche se in qualche maniera abbiamo affinità con alcune azioni che i compagni effettuano, noi che costituiamo la Federación Anarquista Insureccionalista Informal abbiamo concetti diversi sulla lotta diretta contro lo Stato ed il capitalismo. Ma per nessun motivo contribuiamo alla criminalizzazione fatta dalla Stato e per nessun motivo giustifichiamo la repressione dello Stato verso le azioni dei compagni anarchici (ci piacciano o meno), come suole accadere in Messico.
Dall'informalità di questo primo comunicato invitiamo alla solidarietà con Adrian Magdaleno, prigioniero dello Stato messicano dal 4 febbraio. Un fraterno saluto ad Adrian.
Per la solidarietà rivoluzionaria!!

Federación Anarquista Insurreccionalista
Informal

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l'articolo dell'analista messicano:
http://dearmastomarmexico.blogspot.com/2010/02/descarrilar-el-metro-pesima-idea.html

martedì 16 febbraio 2010

Ha llegado carta: a nuestro hermano Diego Ríos

Ya se van a cumplir 8 meses desde que decidiste emprender quizás un viaje eterno, tratando de evadir lo más posible la cárcel. Recordamos como si fuese ayer el día en que vinieron a buscarte y qué alegría saber que no pudieron, ni aún pueden encontrarte. Nos damos cuenta del tiempo trascurrido cuando vemos a los pequeños, nuestros cachorros, a aquellos que alguna vez sentiste cómo se movían en la guatita. Nos gustaría tanto que los vieras, ellos nos alegran, motivan y llenan algo el vacío que dejaste.

El motivo de estas líneas es contarte un poco cómo van las cosas por acá, que lástima que gente que ni siquiera se le mueve un pelo con la ausencia de los compañeros -y no hablamos tan sólo de la generalidad ( la ciudadanía)-, sino aquellxs que alguna vez se dijeron nuestrxs compañerxs, puedan leer estas palabras, pero gracias a la tecnología (que tanta explotación y destrucción de nuestra tierra trae) tenemos la posibilidad de que puedas leer (abiertamente, pero es lo que hay, por lo menos lo leen lxs compañerxs que sí sienten cuando uno de los nuestros decide tan difícil camino como lo es convertirse en clandestino) lo que te escribimos, qué contradicción (pero estamos en contradicciones constantes, en tensión, como tantas veces lo hablamos), como es el único medio que tenemos para que nosotrxs nos sintamos un poco más cerca de ti y tu de nosotrxs, no dudamos en ocuparlo.

La casita está linda, de a poco la hemos arreglado, hemos pintado la fachada que se realizó en una actividad que se enmarcaba en la Semana Internacional de Presión Solidaria por lxs Compañerxs Secuestrados por el Estado Chileno (cómo le gustaría al poder verte tras las rejas, que hubiese salido tu nombre en la propaganda, serías el estandarte de la “eficiencia” de la Fiscalía en el tan bullado “caso bombas”) además, hemos renovado algunos murales de adentro. El huerto y el gimnasio por fin van pa´arriba, en el huerto salieron porotos verdes, tomatitos, orégano y ya se vienen sus zapallitos; y el gimnasio está humildemente equipado y en uso. El año que pasó se siguieron realizando las discusiones que evaluamos de manera positiva, la biblioteca se ha ido nutriendo de material y además tenemos un blog.

Los cachorros están tremendos, el dinosaurito ya come sus primeras verduritas y está dando sus primeros pasos, el ratoncito tiene unos pulmones (ufff) y le están saliendo sus dientecitos. El piratín está todavía con su problema en el ojo, sin embargo se encuentra bien, no le falta su comida ni el tan necesario afecto, se nota que te extraña pero se cobija en nuestro cariño.

En este �territorio� y en todo el mundo se ha sentido la solidaridad (ojala que lo hayas visto en la red) de múltiples formas. Nos duele no poder escucharte, abrazarte y compartir contigo en la cotidianidad.

Es gratificante ver cómo tu fuga es expandida (porque tú decidiste convertir tu acto en propaganda) como una propaganda misma de ataque al poder; ver todo tipo de acciones (rayados, propaganda, sabotajes, etc.) que además de difundir las ideas antiautoritarias, solidarizan con tu acción cotidiana de evasión de la prisión. Es ahí cuando se materializa la trascendencia de tu accionar, tu fuga no pertenece tan solo a tu persona y a nosotrxs, tus hermanos (así lo hemos entendido), sino que a todos aquellxs compañerxs del mundo que se deciden y arrojan a destruir esta sociedad de dominación. Posicionarnos en guerra contra la explotación; intentar convertir nuestras vidas en una propaganda por el hecho, que expanda el amor incondicional a la libertad y el odio a todo tipo de autoridad; fue nuestra elección. Muchos son los hechos que estremecen nuestros corazones de dolor: la muerte del compañero punky Mauri, no tenerte cerca, los posibles allanamientos y detenciones que se produjeron y se llevaron a compañeros a la cárcel, como también los que puedan venir, el frente mediático y la presión sicológica que intenta generar nuestro enemigo en nosotrxs. Sin embargo, nos mantienen en pie nuestras convicciones, el apoyo de nuestrxs hermanxs, la solidaridad de los compañerxs, la alegría y pureza de nuestros cachorros. Nos llena de fuerza el saber que por lo menos estás vivo y en la calle, en algún lugar del planeta. Disfrutando del caminar, del viento en tu cara, de la lluvia mojando tu pelo o del sol quemante en tu piel.

Aprovecha cada momento (eso estamos tratando de hacer por acá), sintámonos orgullosos e intentemos estar alegres de no ser un esclavo de la mercancía, de no ser cómplices de la aniquilación de nuestra tierra y todos los seres vivos que en ella vivimos ya que negar a la explotación y al poder, es decir, hacerle frente llevándola al combate, significa mantenernos en pie de guerra a la dominación.

Negrito, sigue cuidando cada paso que das, aférrate al amor que muchxs de tus hermanxs y compañerxs te tenemos. Intenta no perder esa rectitud que siempre has tenido, esa moral que nos diferencia de la �normalidad�.

Sabemos que en cualquier lugar en el que estés vas estar atacando al poder, porque el capitalismo y su escenario: la sociedad, están en cada rincón de nuestra tan explotada y denostada tierra y sólo esa es condición para que queramos su destrucción.

Con muchos sentimientos encontrados, pero por sobre todo mucho amor y fuerza de tus hermanos y hermanas.

LA CASITA

lunedì 15 febbraio 2010

Juan Carlos Rico Rodríguez - Sullo sciopero della fame dal 20.12.09 al 01.01.10


Documento tra la constatazione ed il giubilo


Salve a tutti, compagni. Un abbraccio fraterno.
Oggi ho ricevuto informazioni sull'ultimo sciopero della fame a carattere internazionale (volantini, “Presxs a la kalle” da parte dei compagni cileni, "La venganza de Prometeo" e testi d'adesione e azioni in risposta al capitale/detenzione-morte-torture-dominio...).
In primo luogo, valuto in maniera positiva le azioni verificatesi durante queste giornate di solidarietà ma anche di lotta, perché non dobbiamo dimenticare che la solidarietà, di questi tempi, viene considerata un reato da parte della élite dominante in qualsiasi posto del mondo, in modo da esercitare il loro stato di dominio/terrore. Per questo valuto positivamente le azioni in quanto, malgrado tutto, s'è dimostrato che l'informalità -da una prospettiva antiautoritaria- funziona eccome, specie se si dipana a livello mondiale. Per questo ho provato una grande gioia, perché mi aspettavo una risposta minima ed invece ho potuto constatare che la voglia è lottare è enorme. A lottare compagni!
Il progetto dell'insurrezionalismo è la lotta costante che gli oppressi mettono in atto contro il potere storico, ovvero la lotta del qui ed ora, lotta per la sopravvivenza, dovuta alla presenza d'uno stato di tirannia... Per questo non filosofeggerò oltre.
Quanto all'azione/controllo sulle nostre esistenze, è evidente che se non distruggiamo quel che ci ammazza, esso non si produrrà; pertanto attraverso l'affinità e l'informalità, attraverso le forme di lotta antiautoritaria contro l'attuale stato di cose, abbiamo un solo percorso de seguire: lottare o morire. Noi preferiamo lottare con tutti i mezzi alla nostra portata.
A livello organizzativo, per l'azione, come ben dice il compagno Pombo "i fini/aggettivi che ogni gruppo si propone di mettere in pratica determinano le forme organizzative ed i compagni che faranno parte dei gruppi". Pertanto, non saprei cos'altro dire... che ciascuno di noi, sempre in maniera antiautoritaria, deve cercare di determinare l'ambiente e non il contrario. Di fronte a chi ha il solo fine di dominare, bisogna solo fargli capire che questo è il nostro cammino.
Certo, all'interno di questo modo d'agire si produrranno vittime mortali, ma anche essi avranno le loro morti. Noi ne abbiamo già avuti tanti.
In omaggio a quelli che non sono più tra noi, senza averli personalmente conosciuti, ma è certo che non li abbiamo dimenticati. Il nostro obiettivo, che nasce dai nostri cuori, con la partecipazione come prigionieri è stato quello di apportare un granello di sabbia. Il nostro atteggiamento è chiaro, semplicemente perché quei compagni erano come noi. Non dimenticheremo Mauri, né Zoe (ed il compagno che è rimasto gravemente ferito), né Xosé, né Paco Ortiz, né il Francés, né i compagni evasi, né tanto meno la mia amica Tamara (imprigionata), perdonate il mio egoismo... Non dimenticheremo mai i tanti che hanno consegnato la vita lottando di fronte ai nostri nemici (senza inutili sacrifici). Che sia chiaro che il coraggio e l'impegno dei nostri compagni americani, la sofferenza e il dolore, ma anche la costanza nella lotta li facciamo nostri.
Ai nostri compagni cileni, argentini...
Ai miei cari fratelli messicani…
Ai miei fratelli qui, greci, italiani, baschi, catalani, madrileni, andalusi…
Siamo in allerta per Mumia
A Marco e a Pombo, un abbraccio
Un addio ai nostri compagni russi assassinati ed ai nostri compagni serbi, arrestati e torturati...
Infine, valuto positivamente quel che è accaduto, come ho detto in precedenza di questo comunicato pubblico. Dobbiamo avere una certa continuità, perseveranza, determinazione e soprattuto dobbiamo sapere bene gli obiettivi da distruggere ed il fine per il quale lottiamo, che non è altro che "la distruzione delle istituzioni della disuguaglianza, (ed aggiungo io) della morte e del dominio" –Bakunin-.
Incoraggio voi tutti, indipendentemente dal luogo geografico, ad unirvi alla lotta ed al “piripipero”. Dobbiamo dare continuità a quest'energia.
Vi vogliamo bene e le gabbie non impediranno di comunicare tra noi.
Un abbraccio con tutto il mio affetto a tutti e tutte.
A Tamara, un sorriso.
Spesso la lotta è l'univa via d'uscita. Non ci sono remore morali.
Per l'insurrezione che ci porti alla liberazione come persone, rispettando le altre persone come tali.
Sotto qualsiasi tentativo d'oppressione, tutti i metodi di lotta contro gli oppressori sono validi.
Un abbraccio alla gente di Culmine ed ai miei amici "del sud".
Centro Penitenciario Madrid 5 (Soto del Real) - Modulo 15 (Isolamento)
Juan Carlos Rico Rodríguez

in spagnolo: http://boletintokata.wordpress.com/2010/02/15/reflexiones-sobre-la-huelga-de-hambre-de-diciembre-v/#more-381

mercoledì 10 febbraio 2010

John Zerzan: "Bisogna distruggere l'apparato tecnologico"



Intervista effettuata dal periodico spagnolo Diagonal a John Zerzan
fonte:http://diagonalperiodico.net/Hay-que-destruir-el-aparato.html
traduzione: Culmine



Mercoledì 10 febbraio 2010 - Numero 119
DIAGONAL: In una recente intervista hai detto che stanno venendo fuori delle posizioni che mettono efficacemente in discussione la modernità e il progresso. Qual è la tua opinione sul movimento della decrescita e sulla sua capacità di risposta alla crisi economica globale?
JOHN ZERZAN: Un paio d'anni fa, a Barcellona, si è tenuta una discussione considerevole, in particolare da parte di gruppi francesi di questa tendenza. Alcuni aspiravano ad integrarsi nel gioco parlamentare, cosa che considero una cattiva idea e non so quale grado di radicalismo implica la loro proposta. Da un lato, alcuni dei loro concetti non vanno molto lontano, come le "città lente", gli "slow-food" o l'idea di semplificazione. D'altro lato, non hanno una gran portata perché mancano della critica sulla totalità del fenomeno. Tutto il mondo va verso la direzione della crescita industriale fuori da ogni controllo: la Cina, l'India e molti altri paesi avanzano con una rapidità verso tale realtà. Quindi, la decrescita potrebbe essere desiderabile, ma bisogna impostare una lotta concreta contro tutte queste dinamiche, istituzioni e forze che spingono verso l'altra direzione. Credo che promuovano qualcosa di sano ma, se scelgono la strada dell'integrazione in partiti verdi ed altri, credo che il loro obiettivo resterà compromesso dalla dinamica dei partiti, anche se talvolta sono capaci di trovare una via alternativa.
D.: Qual è la tua posizione teorica rispetto a questa lotta?
J.Z.: L'anti-industrialismo. Se non ci occupiamo noi di questo problema, evitiamo di attaccare la principale manifestazione della società di massa, in vigore da 9.000 anni. Non possiamo se non riconoscere una realtà che non rende felice quasi nessuno, nei confronti della quale stanno reagendo gruppi umani in tutti i continenti, in tutti i paesi. La società industriale avvelena l'aria, conduce alla schiavitù milioni di persone, annienta i popoli originari e le loro forme di vita. Al giorno d'oggi non si tratta nemmeno di nascondere la sua vera natura, i suoi agenti operano alla luce del giorno. Copenaghen è stato un disastro completamente prevedibile e Obama è un altro Bush, sembra che sia definitivamente terminata l'illusione e magari adesso possiamo affrontare i nostri veri problemi.
D.: Che opinione hai di Internet? E' un sintomo di addomesticamento o ha un peso specifico come strumento trasformatore?
J.Z.: Entrambe le cose, penso. Non so qui, ma negli USA passiamo la nostra vita davanti allo schermo. Siamo dediti a questo tipo d'interazione, suppongo per il livello di abbandono esistente. Oggi un amico è qualcuno che probabilmente non hai mai visto di persona, andiamo da tutti i lati con il cellulare incollato all'orecchio. Sembra che nessuno voglia esser presente in questo mondo sradicato, siamo sempre in un'altra parte. Ma non c'è un'altra parte. Questo mondo si definisce per la tecnologia, la tecno-cultura si espande a gran velocità, nonostante sia economicamente escludente. Ed alla base di questo processo c'è il post-modernismo, che si caratterizza per l'adozione incondizionata della tecnologia, così come per la perdita delle idee di causalità, valore o significato. C'è solo spazio per il momentaneo ed il triviale.
D.: Credi che questo sistema sia implementato dall'alto o si tratta di una deriva alla quale abbiamo lavorato noi stessi?
J.Z.: Credo che questa situazione provenga dal nostro sistema di consumo. Sarà impossibile affrontare efficacemente il problema senza applicare una critica radicale a questo fenomeno, perché la tecnologia in sé è neutrale. Se non politicizziamo la questione del suo utilizzo e le radici della sua esistenza, sarà impossibile frenare questa situazione. Gli effetti negativi di questo modello sono visibili sulla salute fisica e mentale della nostra società. Per esempio, il fenomeno delle sparatorie nelle scuole e nelle istituzioni. Queste manifestazioni patologiche si producono nei paesi più sviluppati - USA, Finlandia o Germania-, come sintomi di una società disfunzionale, del vuoto di un mondo uniformato che sta terminando con l'idea di comunità e tanti altri concetti importanti nella nostra vita. Fino a che continueremo a puntare in una società tecnologica di massa, come fa la sinistra, non saremo capaci di liberarci da tutta questa zavorra, tornando ad un'esperienza diretta del mondo.
D.: Come affrontare il processo pratico per cambiare il modello?
J.Z.: Ponendo il problema sul tavolo, dandogli il rilievo che merita e insistendo sul ruolo centrale che deve giocare nella discussione pubblica. La nostra posizione implica la distruzione di tutto l'apparato tecnologico prima che ci distrugga e che elimini qualsiasi valore e contesto alla vita. Si tratta di ricollegarci con la terra, per questo la nostra fondamentale ispirazione ci è data dai modi di vita dei popoli indigeni.
D.: Cosa faresti se il sistema cadesse domani ed avessi la possibilità di intervenire e di implementare cambiamenti concreti?
J.Z.: Il problema è che la gran parte della popolazione delle grandi città morirebbe in tre giorni. Non dureremmo molto senza energia, con gli alimenti in putrefazione, senza la capacità di sopravvivere e con l'istinto atrofizzato. Non sapremmo cosa mangiare, quali sono lo piante, come fare un fuoco, cercare acqua, rifugio... Ci dobbiamo preparare per questo processo, perché la città è artificiale ed insostenibile e non rappresenta il mondo che dovremmo affrontare quando il sistema si fermerà... Inoltre, possedere quegli strumenti di sopravvivenza ci fornisce un potere politico, dandoci la sensazione di autonomia. Se vuoi venir fuori dal sistema, ma non hai queste conoscenze, alla fine sicuramente non ne sei capace.

giovedì 4 febbraio 2010

Santa Rosa- Leleque: 3 anni di recupero della Terra, strappata all'Impero Benetton



Mari mari kom mapuche, Pu lamngen, pu weney
Con il proposito di commemorare un altro anniversario di questo recupero di una parte del territorio mapuche, il giorno 14 febbraio 2010.
Inviamo un cordiale invito a tutti i nostri fratelli mapuche e non mapuche che ci hanno accompagnato nel corso di questa resistenza per il recupero, perché la vostra presenza è attesa dalla mapu e dalla comunità mapuche Santa Rosa-Leleque. Sarà un giorno in cui ci sentiremo rafforzati per continuare a lottare ed a resistere assieme alla mapu, con la forza che ci accompagna giorno per giorno.
Come tanti sapranno, questo è il terzo anniversario del recupero del secondo capitolo di questo conflitto. Per questo il 14 febbraio si terrà un piccolo festival musicale in segno di celebrazione. Parteciperanno mapuche e non mapuche, tutti quelli che condividono la nostra lotta e la nostra resistenza. Ugualmente, solidarizziamo con le altre comunità che oggi sono in lotta contro le multinazionali. Dalla nostra comunità vi inviamo la nostra forza, perché la lotta è una sola, ossia quella contro chi ci ha strappato via il nostro territorio.
In merito alla giustizia, siamo in attesa della sentenza. Non sappiamo con precisione la data della definizione del conflitto in questa lotta contro il multi-milionario imprenditore Benetton. Indipendentemente da quel che dirà la giustizia, la comunità Mapuche Santa Rosa-Leleque resta convinta sui suoi diritti, anche i testimoni ci hanno dato ragione. Nelle loro dichiarazioni rese nel tribunale hanno sostenuto che il luogo del conflitto appartiene al Territorio Mapuche, dove i nostri antenati hanno tenuto le loro cerimonie spirituali.
Per questo nei giorni 11, 12 e 13 febbraio si terrà nuovamente un Kamaruco, in modo che i nostri antenati continuino a darci pu newen, forza e conoscenza.

Per territorio, dignità e giustizia!!!
Marichi weu!!! Marichi weu!!!

Lof Santa Rosa-Leleque
2 febbraio 2010

mercoledì 3 febbraio 2010

Reflexiones sobre la Huelga de Hambre de Diciembre

Reflexiones Sobre La Huelga De Hambre De Diciembre
MÁS REFLEXIONES Y NOTICIAS DESDE ALBOCÀSSER

fuente: boletintokata.wordpress.com

Publicamos aquí extractos de varias cartas envíadas desde la cárcel de Castellón II , en Albocàsser, en los que unos compañeros nos hablan de sus opiniones sobre la huelga de hambre internacional de diciembre y sobre otras situaciones del submundo carcelario y también sobre la huelga de hambre de 35 días realizada por uno de ellos con apoyo de varios compañeros en solidaridad con la anterior y por sus reivindicaciones personales.
“Hola compañero:
Me dirijo a ti ya que ha caído en mis manos un Tokata y bueno era para darte mi opinión sobre la persona que dice de hacer una huelga desde el día 20 al 1 de enero. Yo, aunque estoy dispuesto a ayudar dentro de mis posibilidades no encuentro ninguna lógica en seguir dicha huelga, incluso diría que en lugar de beneficiarnos lo que haría sería perjudicarnos. Mi explicación se basa en que no íbamos a conseguir nada de la administración, pero por el contrario y aunque en mi caso no tenga relación con mis familiares los compañeros que la secundaran ¿qué conseguirían aparte de amargar a la familia? ya que bastante tienen con saber que seres queridos lo están pasando mal entre estos muros como para los días del año en que más se les echa en falta les demos más disgustos para no conseguir nada.
Bueno, espero que me perdones el que empiece así esta carta sin ni siquiera haberme presentado. Mi nombre ya lo sabes por el remite que me llamo Antonio. Te comento que mi condena cuando pueda hacer la triple se me va a quedar en seis años y medio de los cuales llevo dos y cuatro meses y aparte de contestar a lo de la huelga me gustaría comentarte que en mayo me llevaron de Castellón I a Palma de Mallorca para un juicio donde me he tirado cinco meses los cuales no he visto cosa igual en todas las condenas anteriores ya que te informo que las bandejas no es que vinieran sucias sino que tenían roña de que ni siquiera las lavaban. Al principio estuve quejándome y mirando si había gente que me ayudara en protestas. No sabes la sorpresa que me llevé al comprobar que a la gente les daba igual. Y no sólo eso sino que todos los cacheos de las celdas los hacían de forma ilegal siempre cuando no estábamos delante. Se saltaban todas las normas habidas y por haber estableciendo normas que en todo detalle son ilegales, como no dejarte comprar más que dos paquetes de tabaco al día siendo que si te encontraban más en la celda te lo quitaban y no dijeras nada que, si no, bofetón y al agujero, ya sabes, a aislamiento. Pero fíjate hasta dónde llegaban que las comunicaciones vis a vis según ellos eran sólo con los familiares directos, que según sus criterios los primos no lo son. No lo sé. A mí me pegó un bajón muy grande al ver todas las injusticias que había en este centro, toda la corrupción existente y ver que no había una sola persona la cual se quejara de nada, ya que hablando con algunos resulta que tienen la connivencia del JVP. No sé me gustaría que pudieras tener noticias de ese campo de exterminio porque aunque no aniquilan a la gente físicamente sí lo hacen mentalmente y yo creo que es una forma de tortura tan dañina como la física.
Mira, te estoy escribiendo y estoy reviviendo el tiempo pasado en dicho centro y no me es nada agradable recordarlo.
Te pediría si pudiera ser que me hicieras llegar el Tokata y así poder comentar algunas cosas más ya que son muchas las cosas que hemos perdido. Bueno, espera, te lo explico, yo pagué otra condena del 88 al 95 y, no sé, creo que vamos perdiendo terreno en todos los aspectos, pero sobre todo nos van ganando en que la gente ya no está unida. Por eso creo que vamos perdiendo terreno, y más en estos agujeros que dicen de nueva construcción de los cuales ellos están orgullosos, ya que no te hacen pagar una condena física sino que además te van matando sicológicamente.”
Antonio Huebra Matías, Albocasser, 2 de diciembre de 2009
“Hola compañera:
Me alegró mucho recibir tu carta y más en la situación en la que me encuentro actualmente.
En la otra carta que te escribí te comentaba algo sobre Palma de Mallorca pero mira que prefiero comentarte mi situación actual.
Como te decía del compañero que pedía que nos pusiéramos en huelga de hambre del 20 de diciembre al 1 de enero, mi opinión era contraria, pero mira por dónde que yo me he tenido que poner en huelga indefinida y ahora te explico por qué motivos.
Como creo que ya te comenté el 20 de mayo me llevaron a Palma a un juicio y después de cinco meses en vez de llevarme a mi centro de cumplimiento (Castellón I) van y me traen al agujero este de Albocasser. Bueno, pues se supone que en esta prisión tenemos el derecho de tener televisión, en cambio a mí desde el día en que llegué me metieron en una celda sin ella lo cual he reclamado por activa y por pasiva. Además mi ropa de invierno, mi tele, el aparato de música, todos mis documentos personales los tienen en Castellón I y tienen la poca vergüenza de contestarme que como muy pronto y si les apetece me lo traerán dentro de tres meses. Fíjate mi situación, sólo con ropa de verano, menos mal que algún compañero me ha dejado ropa para poder abrigarme.
Te comento que los controles médicos que me hacen son además falsos, ya que según ellos hay días que pierdo 4 o 5 kilos y otros días que los gano. Con lo que tienen la poca vergüenza de decirme que estoy comiendo. Con lo cual les he pedido que me hagan analíticas de sangre donde se vería quién miente y hasta el momento han pasado olímpicamente.
Tengo echadas dos instancias para el Juzagado de Vigilancia, peor, de eso hace más de diez días sin que me las hayan dado curso cosa que creo que es ilegal, pero ya sabes las legalidades que hay aquí dentro. Además de eso día sí y otro no sufro presiones de algunos funcionarios y hasta del educador del módulo, pero mira si han cambiado estos sitios que también las tengo de algunos que están en mi mismo módulo a los cuales no sé no cómo llamarles.
Yo intentaré aguantar todo lo que sea posible, eso sí, estoy bastante mentalizado y creo que lo que me quedará por hacer será después de que pasen las fiestas denunciarlo en le juzgado de guardia, no sé, si tienes alguna otra idea que me vendría bien te lo agradecería.”
Antonio Huebra Matías, Albocasser, 28 de diciembre de 2009
“Sobre la propuesta de Pombo, hay que tomar las cosas con calma, de hecho hay que organizarse mejor, perspectivas claras y concisas que siendo muy realistas y con los pies en el suelo, sean viables y que se puedan ver resultados a corto-medio plazo.
Una huelga de hambre “simbólica” a la par que precipitada, veo que al poner plazos a ella ya les damos la victoria al enemigo pues les damos fecha de finalización y sólo tienen que esperar al fin de esta. ¿Y qué hemos logrado? Castigo físico, represión y como ha ocurrido en el caso de un compañero de este módulo en el que me encuentro, que los “traidores” que colaboran con la cárcel, llegaron a las amenazas directas amedrentando a Antonio a abandonar esta huelga. Yo creo, en mi humilde opinión, que las H.H., sólo pueden ser efectivas a nivel individual e indefinidas buscando un fin concreto y creando la mayor alarma posible en el exterior, con el apoyo de colectivos, sindicatos y todo tipo de implicados en esta nuestra lucha. Y por supuesto con una previa notificación no sólo a la dirección de la cárcel, sino a la DGIP. Defensor del pueblo y a todos los medios posibles de información y contrainformación.”
José Ortiz García, Albocasser, 3 de diciembre 2009
“Hola Xxxx ¿Com estàs?
Ayer mismo recibí tu carta y lógicamente me pongo las pilas rápido para contestarte y también para comentarte cómo estamos planteando estrategias a seguir para el apoyo a las reivindicaciones que desde todo el estado se están haciendo al igual que la propuesta de Pombo.
- Nos falta la coordinación suficiente para iniciar huelgas de hambre que sean eficaces pues el tema de esta última propuesta ha sido la inmediatez de la fecha de convocatoria que no ha dado tiempo paenas a debate.
- Cremos que son muchos puntos a barcar y poca la gente que nos sumamos a ella.
- Pensamos aquí que como método de “presion” es muy loable y correcto pero que toda H.H. es una lucha más individual que colectiva y que muchos de nosotros a los cuales nos hacen un C.D. (control directo) o seguimento especial (similar al FIES), siempre nos llevamos la peor parte en huelgas de hambre simbólicas pues en cuanto hacemos las reivindicaciones y comunicados a la dirección de la cárcel, Juzgados de Vigilancia e Instituciones penitenciarias empiezan los cambios de módulo, seguido de falsas sanciones que te llevan a aislamiento (por inducción al motín o por “alterar el buen funcionmamiento del módulo”. Y las represalias baratas de contínuos cacheos en celda destrozándote cualquier objeto personal.
- Otro punto en contra, en las Macrocárceles, la desinformación entre módulos impide conocer cuál es el ritmo de protesta que puedan llevar otros compañeros en los distintos módulos (ya que el férreo control intermodular hace que no coincidan en ninguna parte de la prisión). No nos vemos en el polideportivo, ni comunicaciones, etc… y eso te limita a uno o dos módulos en los cuales puedes mantener un mínimo seguimiento.
Por otro lado, como lucha colectiva sí nos sumamos en apoyo a los compas que se ponen en ella controlando los abusos, denunciando las represalias y estando pendiente del compañero que se pone en huelga de hambre (indefinida). Aquí en Albocasser, posteriormente a la carta que te envié, nos hemos puesto “simbólicamente” en ayuno los días 24, 25, 31 y 1 respectivamente y hemos envíado las reivindicaciones que se sugirieron alos distintos estamentos (DGIP, JVP, etc…).
Ya te comenté que un compañero, Antonio Huebra, intentó ponerse en huelga de hambre y enseguida llegaron los “matones” y las presiones y represalias por parte del funcionariado. Aprovecharon que este compañero no hacía ni un mes que estaba en el módulo. La situación ha cambiado. Lleva desde el día 10 de diciembre en huelga de hambre indefinida por temas regimentales. O sea el completo abandono al cual se ha visto expuesto por la cárcel, ya que tras estar en Castellón I y ser llevado a Palma de Mallorca, retienen todas sus pertenencias en Casttellón I (sin lllevárselas ni a Mallorca ni posteriormente aquí). Las condiciones de su celda son lamentables (sin televisión, sin agua la mitad de los días del mes, etc…). Y por suspuesto los cacheos y presión sicológica contínua. En su reivindicación se solidariza y apoya la propuesta de Pombo. Pero esta vez al contrario que la vez anterior no está solo, pues al hacernos coincidir en el módulo (y ya nos conocíamos de Castellón I) el amigo Antonio no está solo y ya somos 5 compañeros los que estamos en su apoyo para evitar en la medida de lo posible abusos y mediadas coercitivas, al igual que hacemos presión a la dirección para que los controles médicos estén ahí pues al principio ni siquiera fueron informados por parte de la cárcel. A día de hoy (25/12/2009) el compañero resiste. Aunque ya empiezan los primeros efectos: dolor abdominal, calambres, dolor de piernas.
A mí me han hecho desaparecer correo, me han entregado cartas abiertas (sin orden judicial) con la posterior denuncia mía. Y que sobre el correo que no me entregan, responde edepartamento de seguridad que es poer motivos de seguridad ya que alegan que estoy en contacto con colectivos anarquistas y antisistema, al igual que la respuesta del juez de vigilancia ha sido que se “llama la atención” al centro penitenciario de que sin orden judicial no pueden intervenirlas. Eso sí, por motivos de “seguridad”, las que crean oportunas han de ser devueltas al remitente.”
José Ortiz García, Albocasser, 25 de diciembre de 2009

PRESOS POLÍTICOS MAPUCHE, EN EL MARCO DE LA LUCHA MAPUCHE

Comunicado de la Coordinadora de Comunidades Mapuche Arauco-Malleco

Desde que explotaron nuevamente los conflictos reivindicativos de tierras a mediados de los noventa, nuestro pueblo, en proceso de liberación, viene sufriendo una clara persecución política. Ello se ha traducido en claros abusos, con irrupción policial en reiteradas
oportunidades sobre las comunidades “sospechosas” de apoyar “actividades ilegales” o de dar refugio a quienes participarían en ellas.
Mas la persecución y encarcelamiento de nuestra gente que convive en la conflictividad, especialmente los longko, werken u dirigentes de las comunidades. Incluso hasta las redes de apoyo que están en las ciudades haciendo un trabajo de contra información, están siendo afectadas por la represión del Estado chileno.
Hay argumentos políticos, históricos y de cosmovisión que sustentan nuestra propia ideología, es decir, nuestro pensamiento. Por lo tanto, la estrategia de desinformación que ha jugado el Estado chileno, no queda más que tratarla con información desde nuestra visión y de esa forma, combatir la dictadura ideológica impuesta.
Los tribunales han empleados todas las herramientas necesarias para mantener a nuestra gente encarcelada; la aplicación de la ley antiterrorista, la aplicación de la ley de seguridad interior del Estado, justicia militar, detenciones arbitrarias, tiempos de investigación irregulares, montajes judiciales como policiales y torturas, entre otras medidas.
La Ley Antiterrorista construida en 1984, es un legado de la dictadura que es aplicado hoy en los Mapuche y no Mapuche. Esta ley que tuvo como objetivo combatir al MIR, FPMR y Mapu-Lautaro, siendo analizada como la ley más dura de la legislación chilena. Sus disposiciones se han endurecido bajo la “democracia”, para salva guardar los intereses de la
elite económica y política de Chile. Es necesario acotar, que la ley por Conductas Terroristas se modificó en 1994, agregando nuevos argumentos de represión jurídica (política) y en el año 2000 tuvo una re-modificación a raíz de la conflictividad Mapuche y en específico por
la desarrollada por la Coordinadora de Comunidades en ConflictoArauco-Malleco.
La cárcel busca quebrantar la moral, la convicción y los ideales de nuestra gente, pretendiendo desvirtuar la justa lucha y atemorizar al resto de nuestro pueblo. Sin embargo, tal como ocurrió durante la Operación Paciencia, los mecanismos represivos no son efectivos para detener la lucha centenaria, tal como sucedió antes, nuestros pu Lonco,
pu Machi, pu Werken, pu Weichafe y comuneros, lograrán sortear la represión. Sabemos que esta se ha abierto y estamos en una nueva fase de ella misma, tocando al oxígeno de nuestras comunidades en conflicto como son las redes de apoyo apostadas en distintos rincones de Wallmapu. Pese a ello, no podrán silenciar la voz que permite dar a conocer al mundo los allanamientos, persecuciones políticas y lo más importante: el pensamiento Mapuche que se renueva cada día en nuestro territorio ancestral.

Listado de los Presos Políticos Mapuche en las prisiones del Estado de Chile

Actualización ENERO 2010, datos obtenidos de Gendarmeria y de
organizaciones mapuche y no mapuches.

C. P. COMPLEJO PENITENCIARIO DE CONCEPCION EL MANZANO
(Camino Concepción a Penco S/N, Lote B1, El Manzano)
1 Ramón Llanquileo Pilquimán. ** Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
2 José Huenuche Reiman.** Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
3 Luís Menares Chanilao.** Comunidad de Nalcahue – Chol-Chol.
4 Jonathan Huillical.** Sector Lonquimay
5 Victor Llanquileo Pilquiman. Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
6. Norberto Parra Leiva. Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
CAUSA: Robo con intimidación, asociación ilícita terrorista, maltrato de obra a carabineros, daños a propiedad fiscal y homicidio frustrado en contra del fiscal Elgueta.
SITUACIÓN: Prisión preventiva durante los 9 meses de investigación.
7. César Parra Leiva. Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
CAUSA: 1. Robo con intimidación, asociación ilícita terrorista, maltrato de obra a carabineros, daños a propiedad fiscal y homicidio frustrado en contra del fiscal Elgueta.
2. Incendio terrorista campamento forestal en Ranquilhue, 10 de noviembre 2005
8 Héctor Llaitul Carrillanca.** Sector San Ramon, Tirúa.
CAUSAS 1. Robo con intimidación, asociación ilícita terrorista, maltrato de obra a carabineros, daños a propiedad fiscal y homicidio frustrado en contra del fiscal Elgueta. Prisión Preventiva por 9 meses. 2. Incendio terrorista campamento forestal en Ranquilhue, 10 de noviembre 2005 3. Incendio terrorista a propiedades de Ebensperger y Aguayo, hechos ocurridos el 12 de abril 2009.
FORMALIZADOS POR JUSTICIA CIVIL Y JUSTICIA MILITAR

C.D.P. CENTRO DE DETENCIÓN PREVENTIVA DE LOS ÁNGELES*
(Vicuña Mackenna Nº 530)
9. Roberto Manquepi Vita. Comunidad de Butalelbun, Alto Bio Bio.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 5 años y un día, más el pago de una multa de 11 UTM, con beneficio salida fin de semana por medio. Participación en recuperación de tierras año 2003.

C.D.P. CENTRO DE DETENCIÓN PREVENTIVA DE LEBU
(Calle Pérez Nº 775)
10. Jorge Santi Leal. Comunidad Pascual Coña
CAUSA: Asociación ilícita terrorista e incendio terrorista, hechos ocurridos 8 y 9 de agosto 2009.
SITUACIÓN: Prisión preventiva durante los 8 meses de investigación.
11. Eduardo Painemal Peña. Comunidad Pascual Coña.
CAUSAS 1. Asociación ilícita terrorista e incendio terrorista, hechos ocurridos 8 y 9 de agosto 2009. 2. "Incendio terrorista" a una cabaña en Coihueco, Contulmo, 30 de mayo 2009 3. "Incendio terrorista" a propiedades de Ebensperger y Aguayo, hechos ocurridos el 12 de abril 2009.
12. Juan Parra Leiva.
13. Carlos Muñoz Huenuman.
14. Juan Muñoz Huenuman.
15. Segundo Ñehuei Ñehuei.
Comunidad Puerto Choque, Tirúa.
CAUSA: Robo con intimidación, asociación ilícita terrorista, maltrato de obra a carabineros, daños a propiedad fiscal y homicidio frustrado en contra del fiscal Elgueta.
SITUACIÓN: Prisión preventiva durante los 9 meses de investigación.

C.D.P. CENTRO DE DETENCIÓN PREVENTIVA DE ANGOL
(Los Confines S/N)*
16. Luís Millacheo Ñanco. Comunidad Newen Mapu José Millacheo de Chequenco, Ercilla.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de cinco años y un día por la supuesta participación en incendio de un camión forestal el 26 de abril 2008 en sector Pidima, Ercilla.
17. José Millanao Millape.
18. Víctor Queipul Millanao.
19. Felipe Huenchullán Cayul.
20. Camilo Tori Quiñinao.
Comunidad Autónoma Temukuykuy
21. Jorge Mariman Loncomilla. Comunidad José Guiñón
CAUSA: Asociación ilicita terrorista, homicidio frustrado terrorista, incendio y robo con intimidación, hechos ocurridos el 11 de octubre 2009.
SITUACIÓN: Prisión preventiva durante los 2 meses de investigación
22. José Queipul Huaiquil. Comunidad Autónoma Temukuykuy
CAUSAS 1. Asociación ilicita terrorista, homicidio frustrado terrorista, incendio y robo con intimidación, hechos ocurridos el 11 de octubre 2009. 2. Ataque a tres camiones y un bus en el Bypass de Temuco, hechos ocurridos el 29 de Julio. Prisión Preventiva de 7 meses.
23. Alex Curipan Levipan. Comunidad Mapuche Rankilko
CAUSAS: Incendio, usurpación violenta, desordenes público en el Fundo El Carmen de Forestal Mininco y San Sebastian. Prisión preventiva.
24. José Millacheo Ñanco. Comunidad Newen Mapu José Millacheo de Chequenco, Ercilla.
CAUSA: Ataque incendiario a un camión forestal, hecho ocurrido el 26 de abril de 2008 en Pidima, Ercilla. Prisión preventiva.

C.E.T. CENTRO DE ESTUDIO Y TRABAJO ANGOL
(Pedro Aguirre Cerda Nº 62)*
25. José Huenchunao Mariñan. Comunidad de El Malo, Lago Lleu Lleu, Tirúa.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 10 años y un día, con beneficio de libertad trimestral, por la supuesta participación en incendio terrorista del Fundo Poluco y Pidenco, hechos ocurridos el 20 de diciembre del 2001
26. Patricia Troncoso Robles. Solidaria con el Pueblo Mapuche
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 10 años y un día, con beneficio de reclusión nocturna y fin de semana libre, por la supuesta participación en incendio terrorista del Fundo Poluco y Pidenco, hechos ocurridos el 20 de diciembre del 2001

C.D.P. CENTRO DE DETENCIÓN PREVENTIVA DE COLLIPULLI
(Bilbao Nº 131)*
27. Juan Bautista Millalen Milla. Comunidad Catrio Ñancul.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 5 años y un día, con beneficio de fin de semana libre, Acusado de robo e incendio en movilizaciones en la zona de Collipulli, año 2000.

C.E.T. CENTRO DE ESTUDIO Y TRABAJO DE VICTORIA
(Av. Arturo Prat Nº 210)*
28. Juan Carlos Huenulao Lielmil. Comunidad de Tricauco.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 10 años y un día, por la supuesta participación en incendio terrorista del Fundo Poluco y Pidenco, hechos ocurridos el 20 de diciembre del 2001
29. Carlos Cayupe Aillapan. Comunidad Domingo Trangol.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 5 años y un día, más el pago de una multa de 11 UTM, por incendio de un camión en ruta cinco sur, sector Quino, Victoria el 26 de diciembre 2007.

C.C.P CENTRO DE CUMPLIMIENTO PENITENCIARIO DE TEMUCO
(Av. Balmaceda Nº 450)
30. Mauricio Waikilao Waikilao. Lof Yeupeko-Fillkun.
CAUSAS 1. Quema de maquinarias agrícolas y una cosecha en Lautaro 2005. 2. "Incendio Terrorista, Incendio simple, Homicido Frustrado y Amenazas terrorista" por atentado a propiedades de Eduardo Luchsinger el 16 de agosto 2008.
31. Sergio Catrilaf Marilef
32. Mario Catrilaf Marilef
33. Dario Catrilaf Marilef
34. Jose Tralcal
35. Ignacio Tralcal
36. Claudio Sanchez Lorca
37. Daniel Canio Tralcal
38. Pablo Canio Tralcal
39. Pedro Cheuke
40. Mario Chicahual Canio
Lof Yeupeko Fillkun
CAUSA: Ataque a tres camiones y un bus en el Bypass de Temuco hechos ocurridos el 29 de Julio 2009
SITUACIÓN: Prisión Preventiva durante los 7 meses de investigación.
41. Luís Tralcal Quidel. Lof Yeupeko Fillkun
CAUSAS 1. Incendio al Fundo las Praderas de Chol Chol 2006. 2. Ataque a tres camiones y un bus en el Bypass de Temuco, hechos ocurridos el 29 de Julio 2009 .Prisión Preventiva de 7 meses. 3. Amenazas terroristas contra Eduardo Luchsinger.
42. José Llanquileo Antileo. Comunidad Juana Millahual de Rucañanko, Lago Lleu Lleu, Contulmo.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 5 años y un día con beneficio de reclusión nocturna y fin de semana libre, por la supuesta participación en incendio simple del Fundo Poluco - Pidenco. (2001)
43. Antonio Cadin Huentelao. Comunidad Juan Paillalef, Cunco.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 5 años y un día, con beneficio de reclusión nocturna, por atentado contra la autoridad (desórdenes en tribunales)
44. Angel Reyes Cayupan
45. Elvis Millán Colicheu.
Comunidad Mateo Ñirripil, Lof Muko
CAUSA: "Incendio, Homicidio Frustrado y Lesiones con carácter terrorista", además de "hurto e incendio simple", hechos ocurridos en el Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009.
SITUACIÓN: Prisión Preventiva por 6 meses.
46. Marco Millanao Mariñan. Comunidad Pascual Coña. 1. Asociación ilícita terrorista e incendio terrorista, hechos ocurridos 8 y 9 de agosto 2009. 2. "Incendio terrorista" a una cabaña en Coihueco, Contulmo, 30 de mayo 2009 3. "Incendio terrorista" a propiedades de Ebensperger y Aguayo, hechos curridos el 12 de abril 2009. 4. Incendio terrorista campamento forestal en Ranquilhue, 10 de noviembre 2005 5. Ataque a tres camiones y un bus en el Bypass de Temuco, hechos ocurridos el 29 de Julio. Prisión Preventiva de 7 meses.
47. Eliseo Ñirripil Cayunao Comunidad Mateo Ñirripil, Lof Muko
CAUSAS: 1. "Incendio, Homicidio Frustrado y Lesiones con carácter terrorista", además de "hurto e incendio simple", hechos ocurridos en el Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009. 2.Violación de morada violenta, amenazas y usurpación violenta, hechos
ocurridos en el fundo Tres Luces de Lautaro 2008.

C.P.F. CENTRO PENITENCIARIO FEMENINO DE TEMUCO
(Callejón Carmine Nº 249)
48.Juana Calfunao Paillalef. Comunidad Juan Paillalef, Cunco.
SITUACIÓN: Cumpliendo condena de 4 años y medio de prisión, por atentado contra la autoridad (desórdenes en tribunales)

C.P. COMPLEJO PENITENCIARIO DE VALDIVIA
(Avda. Picarte nº 4100)
49. Andrés Gutiérrez Coña. Comunidad Cristóbal Relmul - Nueva Imperial
CAUSA: "Incendio, Homicidio Frustrado y Lesiones con carácter terrorista", además de "hurto e incendio simple", hechos ocurridos en el Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009.
SITUACIÓN: Prisión Preventiva por los 11 meses de investigación, Módulo de Alta Seguridad.
50. Miguel Ángel Tapia Huenulef. Santiago Warria.
CAUSAS: 1. "Incendio, Homicidio Frustrado y Lesiones con carácter terrorista", además de "hurto e incendio simple", hechos ocurridos en el Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009. 2. Tenencia Ilegal de Arma de Fuego, municiones y cartuchos; tenencia
ilegal de sustancias para la confección de explosivos; tenencia ilegal de arma de guerra y artefactos prohibidos (granadas).
SITUACIÓN: Prisión Preventiva por los 11 meses de investigación, Módulo de Alta Seguridad.

CENTRO PRIVATIVO DE LIBERTAD DE CHOL CHOL
( Km. 1 camino a Chol Chol)
51. Cristian Cayupan Morales. Comunidad Mateo Ñirripil, Lof Muko
CAUSA: "Incendio, Homicidio Frustrado y Lesiones con carácter terrorista", además de "hurto e incendio simple", hechos ocurridos en el Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009.
SITUACIÓN: Internación provisoria por 6 meses.
52. Leonardo Quijon Pereira. Comunidad Hueñaco Millao
Causa: Porte ilegal de armas, daños y homicidio fustrado en contra de carabineros, robo con intimidación y ataque incendiario a camiones, hechos ocurridos el 20 de octubre 2009, Sector de Lolenco.
SITUACIÓN: Internación provisoria por 4 meses.

CUMPLEN CONDENA CON MEDIDAS CAUTELARES

Luís Amable Catrimil Huenupe. Comunidad de Tricauco, Ercilla.
SITUACIÓN: Cumple condena de 4 años y un día, con libertad vigilada. Supuesta participación en incendio del fundo Poluco Pidenco. (2001)
Florencio Jaime Marileo Saravia.
Juan Patricio Marileo Saravia.
Comunidad Cacique José Guiñón, Ercilla.
SITUACIÓN: Cumple condena de 10 años y un día, reclusión nocturna en centro policial de Collipulli. `Supuesta participación en "Incendio Terrorista" del Fundo Poluco Pidenco (2001)
Luisa Calfunao Paillalef. Comunidad Juan Paillalef, Cunco.
SITUACIÓN: Cumple condena de 3 años, con firma periódica. Atentado contra la autoridad (desórdenes en tribunales)
Andrés Lican Lican.
Juan Bernardo Lican Melinao
Comunidad Newen Mapu José Millacheo de Chequenco, Ercilla.
SITUACION: Cumplen condena de 4 años, libertad vigilada. Supuesta participación en incendio de un camión forestal el 26/04/08 en sector Pidima, Ercilla.
Alex Bahamondes Garrido. Osorno Warria.
Juan Medina Hernández. Concepción Warria.
Erick Von Jenstick Vergara. Osorno Warria.
SITUACION: Cumplen condena de 3 años y un día de libertad vigilada (másel pago de 2 UF mensuales por un año). Supuesta participacón en incendio de dos camiones en Ruta 5 Sur, sector Chamichaco, Ercilla el 05/01/08

PROCESADOS CON MEDIDAS CAUTELARES*

Longko Iván Llanquileo Antileo. Comunidad Juana Millahual de Rucañanko, Lago Lleu Lleu, Contulmo.
SITUACIÓN: Con medida cautelar de firma mensual en Fiscalía Militar de Concepción. Espera resolución de fiscalía militar, por supuesta tenencia de arma de guerra.
Fénix Delgado Ahumada. Temuco Warria.
Jonathan Vega Gajardo. Coronel Warria.
Rodrigo Huechipan. Temuco Warria.
CAUSA: "Incendio Terrorista Frustrado", por un supuesto intento de ataque incendiario el 30/10/2008 en el ByPass de Temuco.
Situación: Medida cautelar de Arresto Domiciliario Total, durante los 8 meses de investigación.
Richard Ñehuei
Javier Navarro Jorquera.
Alcides Pilquiman Liencura.
Leonel Carilao Liencura.
Comunidad de Puerto Choque, Tirúa.
SITUACION: Libertad con medidas cautelares durante los 9 meses de investigación por la supuesta participación en la “emboscada al fiscal Elgueta”
Juan Carlos Millanao Painemal
Comunidad Pascual Coña.
CAUSAS 1. Asociación ilícita terrorista e incendio terrorista, hechos ocurridos 8 y 9 de agosto 2009. 2. "Incendio terrorista" a una cabaña en Coihueco, Contulmo, 30 de mayo 2009 3. "Incendio terrorista" a propiedades de Ebensperger y Aguayo, hechos ocurridos el 12 de abril 2009. 4. Incendio terrorista campamento forestal en Ranquilhue, 10 de
noviembre 2005
SITUACIÓN: Libertad con medidas cautelares.
Claudio Tranamil Ñanco
José Lepicheo Machacán
Comunidad Pascual Coña.
CAUSA: Asociación ilícita terrorista e incendio terrorista, hechos ocurridos 8 y 9 de agosto 2009.
SITUACIÓN: Libertad con medidas cautelares.
Jose Ñirripil Perez. Comunidad Mateo Ñirripil, Lof Muko
CAUSA: Supuesta participación en ataque a Fundo San Leandro en Lautaro el 12 de enero 2009.
SITUACIÓN: Arresto domiciliario.
Mireya Figueroa Araneda Comunidad de Tricauco, Ercilla.
CAUSA: "Incendio Terrorista" del Fundo Poluco-Pidenco.
SITUACIÓN: Absuelta por grave estado de salud debido a avanzado cáncer mamario, trasladada Hospital Barros Luco, Santiago

PROCESADOS POR FISCALIA MILITAR
LEY ANTITERRORISTA

COORDINADORA MAPUCHE ARAUCO MALLECO
COMUNICACIONES
CAM


*FUERA LAS FORESTALES Y LATIFUNDISTAS DEL WALLMAPU
TERRITORIO Y AUTONOMIA PARA LA NACION MAPUCHE
CON LEMUN , CATRILEO COLLIO
¡¡WEUAIÑ!!*