domenica 31 maggio 2009

Buenos Aires – Attaccata una concessionaria della Chevrolet in memoria di Mauricio Morales

Comunicato - 31.05.09:
La bellezza dello spirito umano è la volontà di realizzare i sogni
In memoria del compagno cileno Mauricio Morales scomparso la scorsa settimana e in solidarietà ai compagni rivoluzionari cileni sequestrati nei centri di sterminio cileni e argentini abbiamo attaccato con una bomba artigianale la concessionaria Chevrolet, sita all'incrocio tra Juan B Justo e Padilla, che ha danneggiato un veicolo e distrutto un vetro della stessa.
Abbiamo messo in evidenza la vulnerabilità dei metodi di controllo sociale che lo Stato/Capitale ci impone quotidianamente.
Rivolgiamo un appello a non demordere ed a estendere il conflitto sociale e la tormenta emancipatrice che distruggerà gli ingranaggi di questo sistema di miseria e di fame.
Libertà o morte

Celulas revolucionarias
Brigada Andrea Salsedo

venerdì 29 maggio 2009

Alcune organizzazioni anarchiche cilene sulla morte di Mauricio

Comunicato delle seguenti organizzazioni anarchiche cilene:
Federación Insurreccionalista
Grupos de Ataque Antiautoritario
Miguel Arcángel Roscigna
Tamayo Gavilán
Federación Revuelta 14F - Brigada Gaetano BresciF.
Il comunicato, inviato al sito Hommodolars.org, chiarisce alcuni aspetti legati alle disinformazioni che la stampa cilena sta diffondendo sulla morte di Mauricio, sui suoi legami e sull'insurrezionalismo anarchico in quel paese. Non è un caso che proprio il 28 maggio è stato rilasciato Cristián, con l'obbligo delle firme, dopo che il giorno prima era stato indicato come il fornitore degli esplosivi per gli attentati anarchici. Intanto, anche dalle prigioni cilene compagni anarchici e rivoluzionari hanno inviato dei messaggi di solidarietà e di stimolo a continuare a lottare.
Ricordiamo che il compagno Mauri aveva più volte espresso la sua vicinanza e solidarietà anche a Marco Camenisch e Gabriel Pombo Da Silva.
Archivio Severino Di Giovanni


* * *
Chiarimento pubblico a quasi una settimana dalla morte di Mauricio

Santiago del Cile, giovedì 28 maggio 2009
A quasi una settimana dalla morte del compagno Mauricio Morales abbiamo deciso di rivolgere alla popolazione il presente Chiarimento per rendere pubblico il nostro omaggio alla sua vita, alle sue convinzioni e ai suoi principi.
La morte di Mauricio non ha fonti di dubbio. No, tutti noi conosciamo le circostanze. Egli ha trovato la morte mentre si apprestava a bombardare la fattoria clonatrice di carcerieri, o Escuela de Gendarmería, come indica l'insegna. Un'azione lodevole che questa volta ha rivolto le sue forze contro lo Stato e la sua deplorabile funzione di detenere esseri umani rifiutati dalle sue leggi schiaviste. Un'azione basata su ideali di libertà che non tacciono, che scuotono dall'immobilità noi che siamo condannati sin dalla nostra nascita. Ideali per i quali egli ha dato la sua vita, o meglio i suoi sogni.
Speriamo che la popolazione comprenda il gesto effettuato da Mauricio. Che rifletta seguendo i suoi principi di libertà addormentati (o venduti) in qualche parte delle loro esistenze, che focalizzi la sua visione sullo sguardo del giovane che espone la vita per scontrarsi con i difensori di quest'ordine diretto da quelli che vivono del lavoro altrui, terrorizzando la popolazione con politiche assassine e dichiarazioni criminali che giustificano i pestaggi da parte delle squadracce in divisa. Che la popolazione segua le sue intuizioni su quali sono i veri colpevoli del pericoloso e coraggioso gesto di Mauricio. Che non si beva le disinformazioni dei discorsi diffusi dai media istituzionali ed il complice silenzio della sinistra statalista. Che la popolazione non giustifichi né si aggiunga all'ondata repressiva che s'è scatenata contro chiunque osi denunciare questa dittatura imprenditoriale che colpisce noi tutti.
I personaggi che in questi giorni hanno espresso la visione del governo della socialista Michelle Bachelet non nascondono gioia e soddisfazione per la morte di Mauricio. Cercano di circoscriverla all'interno delle azioni dirette contro le istituzioni portate avanti da molteplici organizzazioni anarchiche. Ma giocano sulla confusione pubblica assicurando che tali azioni sarebbero iniziate nel 2004, che attualmente ne sarebbero state effettuate 96, che Mauricio sarebbe stato nell'elenco dei 20 “sospettati” dalla polizia, che la sua morte permetterà di “porre fine” a questa ondata di attentati dinamitardi, che le “indagini vanno per la buona strada”, che le inchieste sono riuscite a diminuire la periodicità dei “malvagi” anarchici che utilizzano il movimento squatter. Queste sono alcune delle menzogne che riempirebbero le possibilità di analisi delle scuole di psichiatria.
Rispondiamo dicendo che i direttori di questa istituzione comandata dalla figlia di un militare assassinato dai suoi leali camerati (la Bachelet è figlia di un generale ucciso dai suoi colleghi – ndt) sono responsabili di un assoluto spreco d'ossigeno basato su gravi e irreparabili episodi d'amnesia storica e di deliri cronici da onnipotenza circense.
Innanzitutto, nel dichiarare che il conteggio ufficiale contempla 96 attentati, dal 2004 ad oggi, evidenziamo un pericoloso miscuglio di un oblio che sconfina nella operazione di base dell'addizione e l'uso di criteri per definire quel che sarebbe un attentato contro l'autorità degno di qualsiasi pseudo-analisi realizzata da cronisti sportivi, analisti internazionali da televisione o “cattedratici” fascisti d'occasione (ad esempio Solabarrieta, Buitrago ed altri sociologi ciarlatani che nemmeno riescono a ricordare i loro nomi). Noi riteniamo che queste “genialità”, nel loro affanno di infondere terrore tra la popolazione povera, conteggino le esplosioni da fuochi artificiali di fine anno e le bombe carta che dilettano i desideri acustici degli ultras. Affinché l'indagine riesca in qualcosa dovrebbero conteggiare ogni azioni effettuata da quando l'umanità cerca di scrollarsi di dosso le mafie direttive che oggi governano, o se la cosa è chiedere troppo sforzo intellettuale, dovrebbero conteggiare le esplosioni che si sono avute in questi 19 anni di falsa-democrazia. Ma sappiamo tutti che non ci riuscirebbero.
In secondo luogo, noi dichiariamo che il governo mente spudoratamente quando afferma con arie trionfali che Mauricio era sottoposto ad indagini prima della sua morte. Lo Stato ha l'ausilio di strumenti di “intelligence”, ha enormi somme di denaro e risorse tecniche per mettere sotto controllo le comunicazioni d'ogni tipo (telefoni, e-mail, bande private, ecc.). La polizia può acquisire gli strumenti militari d'ultima generazione tecnologica. Lo Stato può utilizzare i media per demonizzare qualsiasi protesta sociale, può usare veicoli e persone in maniera legale e illegale per pedinare chiunque abbia la “faccia da sospettato”, può dispiegare forze repressive per militarizzare regioni intere come avviene nel territorio mapuche. Queste sono alcune delle risorse dell'associazione illecita terrorista chiamata Stato. Con tutte queste risorse, con tutto questo potere, cosa hanno? Nulla! Oggi li vediamo disperati alle prese con una mancanza di operatività che nel terreno della guerra sociale si chiama semplicemente SCONFITTA. All'inizio di questo anno hanno annunciato con orgoglio che in 60 giorni saremmo stati tutti arrestati. Ebbene, abbiamo sorriso sulle loro facce per tale delirio e continuiamo a farlo. Tutto quel che hanno fino ad ora lo devono al caso e perfino il più ritardato aspirante sbirro lo sa. Ci possono vedere e filmare quanto vogliono, ma quel che sono riusciti a trovare fino ad ora significa meno di zero merito per la loro “professionalità”. Assassini, ladroni, torturatori e per di più coglioni. Noi assicuriamo che Mauricio non era sottoposto ad indagini da parte dello Stato e che, se fosse vero questo monitoraggio poliziesco, allora verrebbero fuori due considerazioni che dovrebbero destare l'attenzione di tutti: la prima è che non hanno avuto alcuna capacità di anticipare i fatti e la seconda è che l'hanno lasciato agire per conoscere i suoi contatti. Nel primo caso verrebbe fuori l'incapacità dello Stato, mentre nel secondo verrebbe confermata la profondità patologica di tale incapacità, com'è possibile vedere in seguito ai falliti tentativi di trovare i compagni di Mauricio dopo la sua morte. In entrambi i casi non c'è altra conclusione : lo Stato e i suoi difensori sono totalmente abbattuti, sconfitti.
Per nascondere questi fatti, i magistrati commedianti non hanno potuto far altro che attaccare noi che ripudiamo il modello di vita capitalista, ricorrendo ad un terrorismo tipico di Pinochet, affermandosi nei deliri di uno sconosciuto pagliaccio che la stampa identifica come Gustavo Fuentes. Hanno venduto menzogne e oggi festeggiano sul cadavere di un compagno, sorvegliando le case della madre e dei suoi amici e preparando una fallita aggressione senza limiti il giorno del funerale di Mauricio. L'abbiamo notato nel cimitero di San Bernardo, accerchiato dalla polizia antisommossa e dai giornalisti di cronaca nera, in una dimostrazione di odio terrorista che lo Stato (ed i suoi padroni imprenditori) provano verso tutto ciò che significhi o cerchi la libertà di tutto e tutti, in una ulteriore dimostrazione della paura che provochiamo in essi.
In questo momento lo Stato elabora i suoi colpi dittatoriali, ma devono sapere che non ci facciamo intimidire, che le nostre azioni non si sono fermate né si fermeranno, che l'esplosione che ha colpito Mauricio giungerà al suo scopo, che la libertà non muore per quelli che non hanno padroni.
Inviamo un messaggio a tutta la popolazione in seguito agli ultimi avvenimenti frutto delle indagini di polizia che hanno la pretesa di identificarci. Lunedì scorso hanno “trovato” un mortaio a Conchalí (Santiago) che ha provocato un timore evidente tra i residenti di questo comune operaio. Hanno anche “rinvenuto” un presunto ordigno esplosivo a Viña del Mar. Ieri, mercoledì, hanno arrestato un giovane ed hanno parlato direttamente di un appoggio da parte di ex militanti dello scomparso movimento Lautaro. Di fronte a tali fatti dichiariamo responsabilmente che stiamo assistendo all'inizio d'una serie di montature di polizia per seminare il terrore e il ripudio nel popolo verso gli anarchici, in un disperato tentativo di convalidare questa caccia alle streghe che cerca di giustificare socialmente la cieca violenza statale che s'è scatenata. Questo l'abbiamo visto nel passato, fa parte delle tecniche che gli Stati utilizzano per giustificare gli ordini assassini che pretendono rinchiudere noi che li subiamo, sopravvivendo in un'eterna crisi economica, con il timore di reclamare le quotidiane ingiustizie, cercando di annullare qualsiasi impeto di libertà. Reiteriamo che i nostri nemici sono i padroni e i difensori di quest'ordine assassino che ci mostra il suo disprezzo trasformandoci in schiavi salariati dei loro interessi, che riscuote con il sangue la ricerca di un presente ed un futuro degno per tutti. Solo essi sono i nostri obiettivi. Da qui li avvisiamo che pagheranno per ogni goccia di sangue che hanno provocato dai corpi degli sfruttati. Ogni goccia.
Inviamo il nostro saluto alla vita di Mauricio Morales, alla sua famiglia, ai compagni che si oppongono attivamente allo Stato e al capitale. Inviamo il nostro saluto a tutti quelli che comprendono il significato delle azioni contro qualsiasi autorità. Li salutiamo adesso, dal nostro più profondo amore per la Libertà.

Disprezziamo lo stato di schiavitù e lo affrontiamo fino al nostro ultimo secondo di vita!
Viva l'Anarchia!!!

Federación Insurreccionalista
Grupos de Ataque Antiautoritario
Miguel Arcángel Roscigna
Tamayo Gavilán
Federación Revuelta 14F - Brigada Gaetano BresciF

Attaccata una caserma della polizia, azione in memoria di Mauricio Morales







27 maggio,
tutto il movimento insurrezionale ha ricevuto una dolorosa notizia, il compagno Mauricio Morales è morto per l'esplosione della bomba che portava nello zaino, quando con decisione e fermezza aveva deciso di farla scoppiare contro la pace sociale dei potenti che governano il Cile, ha deciso di gridare ancora una volta che la guerra sociale è inevitabile, s'è fatto carico della vendetta che in Messico ancora latita contro tutte quelle persone che puniscono coloro che decidono giorno per giorno di lottare una guerra mortale contro l'attuale stato delle cose. Il compagno Mauricio, come in tanti hanno già detto, è morto in combattimento, come qualsiasi guerriero anarchico fedele all'idea della distruzione dell'ordine stabilito attraverso la polvere vendicatrice, nello zaino c'era il cuore, nel cuore la rabbia e la rabbia quella notte l'aveva convertito nel gesto che più spaventa gli apparati ideologici dello stato, quello della violenza insurrezionale.
Questa è una delle riflessioni che abbiamo fatto prima di effettuare l'azione. Ci siamo resi conto che è ora di iniziare a diffondere l'offensiva contro lo stato, di iniziare ad espropriare le armi dei nostri carnefici per utilizzarle contro di essi, di agitare le masse nelle manifestazioni controllate dagli agenti antisommossa, di lanciare molotov contro le caserme della polizia, di cospirare segretamente e quotidianamente, di far esplodere bombe all'interno delle icone del sistema capitalista-specista-patriarcale, di coordinare azioni decentrate in maniera informale e concentrarci nella qualità e nella quantità del sabotaggio economico, è tempo che salti tutto in aria, di ballare allegramente sul cadavere di questo sistema sempre più agonizzante e degradante, di illuminare le strade con il fuoco degli abolizionisti, che l'amore per il mondo che vogliamo smetta di essere solo un sogno incendiario. E' giunta l'ora.
In tal senso, rivendichiamo l'attacco incendiario all'interno di una caserma della polizia statale, nel municipio di Coacalco, nello stato del Messico. Il nostro coraggio ci ha fatto scalare il muro che cinge la caserma ed entrare da una finestra del secondo piano. Notata l'assenza dei torturatori, abbiamo deciso di dar fuoco alle sedie, ai divani, alle divise, alle radio, ad altri strumenti di lavoro ed un materassino. Abbiamo lasciato delle scritte anarchiche contro questi ipocriti bastardi della distruzione del pianeta e degli animali umani e non umani perché, mentre proteggono lo stato e le sue putride istituzioni, tutto ciò sta accadendo nel luogo in cui abitiamo. L'espansione della civilizzazione e del sistema tecnologico-industriale sta lasciando desolati i boschi, le praterie, i fiumi e i laghi che via via scompaiono per l'incoscienza umana ed i suoi atteggiamenti antropocentrici. Non permetteremo più che ciò accada e per questo:

Guerra al sistema capitalista distruttore del pianeta!!!
Solidarietà rivoluzionaria ai compagni cileni in questo momento così difficile!!!
Che la morte di Mauricio innalzi barricate incendiarie!!!
Proiettili, bombe, fuoco e pietre per lo stato e i suoi complici!!!

Comando de Individuos Libres, Peligrosxs, Salvajes e Incendiarixs por la Peste Negra – (CILPSPN)

giovedì 28 maggio 2009

Mauri - Azioni dirette, un arresto e mandati di cattura


28 maggio – Mentre in Cile, in Spagna ed in Messico sono state effettuate le prime azioni dirette dedicate a Mauri, il compagno anarchico morto il 22 maggio, la stampa cilena s'è sbizzarrita nel dare la notizia dell'arresto di Cristián Carcamo del Centro de Estudios Sociales “La Idea”, segnalato come il fornitore degli esplosivi per gli attentati anarchici poiché avrebbe lavorato in una miniera. Gli stessi giornali parlano di 4 mandati di cattura da eseguire e di una rosa di una ventina di sospettati.

Tra le azioni dirette anche una animalista, in quanto Mauri era vegano.

1) Villa Francia, Santiago (Cile) – Nel popolare quartiere di Villa Francia, lunedì 25 maggio, alle ore 20 sono stati bruciati pneumatici provocando blocchi stradali e nel frattempo sono stati gridati slogan ricordando Mauricio Morales. I compagni sono riusciti a dileguarsi prima dell'arrivo delle forze antisommossa.

2) Coyoacan (Messico) – All'alba del 26 maggio una cellula del FLA-CPV (fronte di liberazione animale – cospirazione per la vendetta) ha posto un ordigno incendiario in una fiera dedicata alla pelletteria e chiamata “exibipiel”. Azione dedicata a Mauricio Morales.

3) Barcellona (Spagna) – Alle ore 02.00 del 27 maggio è stata attaccata una gru a la Meridiana, dove stanno costruendo la linea 9 della metropolitana. Stufi della vostra città di merda e della vostra fretta. Non vogliamo continuare a correre per non arrivare in nessun posto. Mauri: il fuoco di questa notte arde per te. Un abbraccio insorgente. La guerra sociale è in ogni luogo.

lunedì 25 maggio 2009

Mauricio Morales


Mauricio Morales
27 anni, anarchico

"In fin dei conti non potrà esserci alcun tipo di libertà, se colui che ama la libertà riconosce qualcosa di superiore, qualcosa che è fuori da se stesso, si chiami Stato, democrazia, partito politico. Per me le sigle e i dirigenti sono una questione obsoleta ed il capitalismo è totalmente contrario alla libertà.”

"La mia vita non la comanda nessuno, spero di vivere coerentemente con quanto detto fino al giorno in cui morirò. Un compagno che volesse comandare la mia vita, non è un compagno.”

“La morte mi dice che mi ama, perché sa che sono vivo. Perché siamo puri noi che non abbiamo padroni.”


* * *

Mauricio, compagno anarchico morto il 22 maggio 2009, a Santiago del Cile, nei pressi della scuola della Gendarmeria (l'equivalente della polizia penitenziaria). Mauricio aveva con sé un ordigno costituito da un estintore ripieno di polvere nera.
Le sue frasi sono tratte dal seguente video diffuso dagli anarchici cileni:

http://trincheradelaimagen.blogspot.com/2009/05/urgente-carabineros-y-pdi-allanan-casas.html

Il 24 maggio si sono svolti i funerali ai quali hanno partecipato familiari e compagni solidali. In queste ore s'è scatenata una caccia al bombarolo anarchico, alla ricerca di presunti complici di Mauricio.

Bioclasta continuerà ad informare sugli sviluppi ed intanto invia un forte abbraccio ai compagni e alle compagne in lotta.

bioclasta.blogspot.com

domenica 24 maggio 2009

Un saluto per Mauricio Morales


MAURICIO MORALES,
Un Saluto di Libertà

Santiago del Cile, 23 maggio 2009

“Nel pieno della notte, non sentiamo il freddo per i vestiti che oscurano la nostra immagine, ma non importa. Il vento rinfresca il nostro rapido avvicinamento. Siamo in tempo. Fino ad ora va tutto bene. Siamo soli, soli come non mai, come sempre. Per strade buie e malandate abbiamo fatto il giro della fabbrica dei carcerieri. Ci avviciniamo. Il prossimo obiettivo è vicino. Nel mia mente ripasso il piano concordato.
(Star qui non è facile. In questo istante è vana qualsiasi discussione sul senso di trapassare il discorso inerte e paralizzante di alcuni che dicono di essere compagni nostri. Star qui non è facile. E' la conseguenza del non aver accettato questo mondo schiavista, è il risultato di lunghe conversazioni clandestine e dell'essersi presi il tempo per pianificare... Non è facile come alcuni credono).
Proseguo agitato e felice. Con noi viaggia il sogno iracondo divenuto realtà: interrompere il benessere aggressivo dei servi dell'ordine dello stato imprenditoriale; che ascoltino la voce di uomini e donne che resistono all'esser schiavi, che non vogliono accordi che legittimino quest'ordine assassino, che sappiano di un'idea di libertà che non muore.
Arriviamo al nostro obiettivo. Ci fermiamo. C'è silenzio nell'aria. Un attimo in più, un attimo. Un muro, per terra, le mie mani, la bicicletta, il mio compagno, la strada, la città inquinata, l'ordine carcerario, la notte, il silenzio...
Scoppia tutto.”

Non ci sono discussioni, siamo d'accordo. L'esperienza dell'eterna discussione teorica con lo stato e i suoi sbirri è terminata da tempo per quelli che hanno la libertà nel sangue e non sotto braccio. Grazie ad essi si sono scritte le storie più incandescenti: quelle della lotta per la libertà e della creazione di mondi senza sfruttamento. Tutto il resto non ha senso.
Oggi, lo stato, la polizia, il potere economico ed intellettuale di questo paese sfoggiano inettitudine attaccando le case occupate, rilasciando dichiarazioni rozze, continuando a trasmettere le immagini della sfrontata persecuzione politica, poco importa se democratica o dittatoriale.
In questi giorni fanno ricadere tutto il loro prepotente timore sull'inerte corpo del compagno, sulla sua vita ribelle e quella dei suoi compagni: s'è scatenata la caccia, il momento richiede pertanto assoluta coesione e convincimento, silenzio e voce!
E' di nuovo l'ora dell'impegno tante volte vociferato, è il momento di porre in atto le nostre idee e che qualsiasi appoggio diventi una esigenza!
Salutiamo Mauricio, il suo lavoro e la sua coerente ribellione che pochi mettono in atto e molti criticano. Salutiamo tutti i suoi, quelli che capiscono il suo slancio e lo apprezzano. Agli altri, nulla!
Resistenza Insorgente, Attacco Diretto, Sempre!

Fuerzas Autónomas y Destructivas León Czolgosz
Columnas Armadas y Desalmadas Jean Marc Rouillan
Banda Antipatriota Severino Di Giovanni
_________
* traduzione: Archivio Severino Di Giovanni

sabato 23 maggio 2009

Comunicato del C.S.O. Sacco e Vanzetti sulla morte di Mauri


E' morto un guerriero, ma il nostro fuoco non si spegne...

Mauricio Morales, un nostro fratello, è morto questa mattina. Trasportava un ordigno esplosivo che è detonato sulla sua schiena, ammazzandolo all'istante. Si presume che la nefasta istituzione della Gendarmería fosse l'obiettivo del suo attacco. E' morto da guerriero, affrontando senza timori e senza cedimenti qualsiasi forma di potere.
Ha deciso di trasformare il suo odio in azione, trasformando la sua vita quotidiana in un costante combattimento contro l'esistente. Pubblicazioni, appoggio diretto ai compagni prigionieri, diffusione della letteratura anarchica e antiautoritaria, assemblee di propaganda delle idee, sono stati i coltelli che ha affilato nella sua esistenza. Ha cercato di dare il suo apporto in diverse maniere alla distruzione di questa società basata sulla logica del potere e dello sfruttamento.
Il dolore strazia i nostri cuori in questi momenti, ma è importante non demoralizzarsi, non cadere nel letargo provocato dalla perdita di un compagno. Non dobbiamo dimenticare che egli è morto con lo sguardo rivolto al suo obiettivo. E questa cosa deve scuoterci, ci deve aiutare a spalancare gli occhi.
Siamo in guerra, i colpi saranno molti, di diverse forme, ma un guerriero è tale quando non si ferma, quando non claudica, quando fa della sua vita -tra le altre cose- un continuo superamento di ostacoli.
La crudezza della morte ci colpisce ed è tale la voragine che ci costa credere a quel che sta accadendo. La morte o il carcere non sono solo slogan, oggi sono per noi una frase tatuata a sangue e fuoco.
Di fronte alla dolorosa scomparsa di Mauri, la polizia, i magistrati e la stampa si sfregano le mani e passano al contrattacco perquisendo i due centri sociali: “Cueto con Andes” e “La idea”. La violenza di queste due operazioni non ci sorprende, la guerra è stata sferrata senza contemplazioni e noi ne prendiamo atto.
Le case occupate perquisite si trovano nel nostro stesso quartiere. Il trambusto provocato dalle comitive della repressione ci ha fatto capire che sarebbe stato imminente il loro arrivo anche da noi. Ciò nonostante, compagni e compagne solidali sono venuti qui a dare la propria solidarietà, mentre il quartiere veniva militarizzato. Li abbiamo fronteggiati, abbiamo resistito e fino ad ora le forze repressive non sono entrate nella nostra casa, nonostante i pronostici.
Compagni siamo coscienti di quel che accadrà adesso, sappiamo che avremo giorni e mesi difficili. Ma sappiamo anche che il dolore e la tristezza per la scomparsa del nostro fratello non potranno paralizzarci. Ricordiamo insistentemente che egli è morto in combattimento, che l'offensiva ha forme diverse. Ci appelliamo, dunque, a che la bella fiamma del suo cuore anarchico ne diffonda il desiderio irriducibile di annientare questa realtà.
Il suo corpo oggi giace prigioniero nella mani della polizia e dei suo mercenari, ma l'energia della sua vita permane tra di noi, con i compagni che assieme a lui e in maniere diverse si sono scontrati e si scontrano contro tutto ciò che vuole trasformarci in schiavi.
Ringraziamo emozionati il sincero appoggio da parte di compagni solidali, così come sputiamo in faccia a quelli che fanno della loro vita solo una critica statica, protetta dalle comodità e dal timore.
Coraggio compagni ed in guardia! Verranno anche qui, presto o tardi, non abbiamo dubbi. Ma quel che importa è che la critica spietata all'ordine stabilito si rafforzi e si diffonda come la peste nera (Peste nera: sarebbe stato il nome del prossimo progetto editoriale del nostro fratello Mauri).
Il fuoco vendicatore del nostro compagno ci dà la forza per mantenere l'esistenza in un eterno combattimento. Per te, Mauri, una abbraccio enorme e non dubitare: continueremo a lottare per la distruzione del potere. Sei con noi, sentiamo qui il tuo sorriso e la tua forza.
Appostati sul tetto della casa, sbirciando l'orizzonte... mai sconfitti, né pentiti.

Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti
22 maggio 2009, Santiago del Cile
“Trasformiamo il nostro dolore in rabbia e la nostra rabbia in polvere nera”*

* Striscione scritto da compagni solidali

Muore in combattimento il compagno anarchico Mauricio Morales

22 maggio – Fonti di agenzia segnalano che alle ore 01.30 è stata avvertita una forte esplosione nelle vicinanze della Escuela de Gendarmería, sita in Avenida Matta di Santiago del Cile. A causare l'esplosione sarebbe stato un ordigno artigianale che avrebbe ucciso all'istante il compagno che lo trasportava in uno zaino. Il compagno è stato identificato: Mauricio Morales, 27 anni, anarchico. Nelle ore successive la casa occupata Idea è stata sottoposta a perquisizione, alla ricerca di esplosivi. Gli inquirenti sarebbero alla ricerca di un secondo compagno che dicono esser stato presente al momento dell'esplosione. Di seguito, il primo comunicato a caldo da parte dei compagni anarchici cileni, nelle prossime ore aggiorneremo sugli sviluppi.
Ma prima un forte abbraccio solidale ai nostri compagni!
Onore al compagno Mauricio!!!
Archivio Severino Di Giovanni


fonti: Liberación Total – Hommodolars - Bioclasta

Siamo profondamente dispiaciuti per quanto accaduto, per la vita del compagno e per quanti lo conoscevano, ma sappiamo anche che tutto ciò è parte delle conseguenze nel prendere posizione in conflitto permanente contro l'autorità, perché il compagno è caduto in combattimento. E' caduto con coraggio e convincimento. E' per questo che proviamo la nostra vicinanza verso qualsiasi attacco contro il potere ed è per questo che consideriamo la morte del compagno come una caduta in combattimento di un nostro fratello.
Certo, in tanti si rallegreranno nel sapere che il compagno è morto perché aveva con sé dell'esplosivo, credendo che così si potranno frenare gli attacchi contro i potenti. Ma sappiano che la solidarietà e i desideri di distruggere l'esistente sono più forti di qualsiasi avversità, più forti del carcere e della morte.
Solidarietà e Insurrezione!

venerdì 15 maggio 2009

Mapuche reagiscono con le armi all'ennesima perquisizione



Il 14 maggio la comunità Lof Yeupeko Filkún ha subito una delle tante perquisizioni alla ricerca di mapuche che si sono dati alla latitanza, dopo esser stati accusati di attacchi incendiari. Questa volta i mapuche hanno reagito con le armi all'ennesima perquisizione. Secondo i giornali di regime, due mapuche sono stati arrestati e due sono riusciti a fuggire, anche se già identificati.
Segue il comunicato della comunità:

Informiamo l'opinione pubblica nazionale e quella internazionale che:
1. Questa mattina, alle 11.30, è stata effettuato un nuovo operativo politico-militare-giudiziario contro la nostra comunità Lof Yeupeko Filkún, operativo che è terminato alle 16.30.
2. Questa perquisizione politica è stata realizzata in due tappe. La prima con 20 agenti della Policía de Investigaciones de Chile (PDI), i quali sono penetrati nelle case dei dirigenti della comunità. Nel verificare che i nostri dirigenti si trovavano nei paraggi, gli agenti hanno iniziato a sparare con le loro armi da guerra: mitragliette UZI e pistole 9 mm. Nessun comunitario è stato ferito dalle pallottole razziste.
3. Valutando la possibilità che qualcuno tra di noi potesse soccombere in combattimento, come il nostro fratello Matías Catrileo, abbiamo preso la decisione di scontrarci ancora una volta con lo Stato repressore. In seguito alla nostra reazione, è stato dato il via alla seconda tappa della persecuzione. Nella comunità sono giunti autobus dei Carabineros, pattuglie della PDI, blindati e agenti in borghese. Tutti costoro hanno messo in atto la loro alta preparazione militare e le tecniche antiguerriglia, sparando sui nostri Weichafe (guerrieri).
4. Durante questa seconda persecuzione, tale orda ha distrutto brutalmente una casa, per il solo fatto di essere abitata da Mapuche.
5. Questo nuovo tentativo repressivo si verifica 3 settimane dopo dalla nostra denuncia in merito alla persecuzione contro i dirigenti in clandestinità della nostra comunità. Anche in quel caso gli Órganos de Resistencia del Lof Yeupeko avevano resistito all'attacco. Ancora una volta i nostri pu Weichafe hanno dovuto resistere al tentativo di assassinio.
Libertà per Mauricio Waikilao!
Libertà per tutti i Prigionieri Politici Mapuche!
Libertà e Autonomia!
Avanzando con il Controllo Territoriale
Lof Yeupeko.
Dal Territorio Mapuche, 14 maggio 2009

giovedì 14 maggio 2009

Marcelo Villarroel torna nel carcere di Neuquén


Il 13 maggio Marcelo Villarroel è stato trasferito nel carcere di Neuquén, al 4° padiglione della Unidad N°11. Freddy, invece, resta in un altro padiglione dello stesso carcere.
Poche settimane fa Marcelo aveva subito un trasferimento senza alcuna motivazione ufficiale, ma fonti ufficiose segnalavano un elevato pericolo di fuga.
Sia Marcelo che Freddy, compagni cileni, stanno scontando una condanna in Argentina a 3 anni e 6 mesi di carcere per porto e detenzione illegale d'arma da fuoco. Entrambi rischiano l'estradizione in Cile per un rapina terminata con la morte di un ufficiale di polizia, entrambi hanno una militanza in formazioni armate di sinistra e per questo hanno già scontato una lunga detenzione nelle carceri cilene di massima sicurezza.
Compagni solidali hanno manifestato nuovamente davanti al consolato del Cile a Neuquén (Patagonia argentina) scandendo slogan contro l'estradizione e la repressione.

mercoledì 13 maggio 2009

Messico – Azioni dirette contro la civilizzazione

1) Sabotaggi contro una banca ed un McDonald's

All'alba del 7 maggio una cellula dell'ALF si accingeva a colpire due obiettivi nella zona commerciale del municipio di Coacalco, nello stato del Messico. Ma, con nostra sorpresa, nelle vicinanze c'era molta gente. Per questo abbiamo deciso di posticipare la nostra azione, trovando nuovi obiettivi da attaccare.
L'oscurità ci proteggeva e la luna illuminava i nostri sentimenti di libertà. Camminando abbiamo deciso di colpire una banca, per essere una delle icone del sistema capitalista, distruttore del pianeta. Abbiamo vergato delle A cerchiate e abbiamo spaccato alcuni vetri. In seguito siamo andati a colpire un McDonald's, aberrante spaccio di cibo spazzatura, già attaccato in altre occasioni lo scorso anno, sia da un'altra cellula dell'ALF che dalle MDA (Milicias por los Derechos de lxs Animales). Abbiamo pensato che né gli addetti né il gestore fossero stati puniti a sufficienza, per questo abbiamo deciso di scrivere “Le nostre parole non sono menzogne” e, sotto, il simbolo dell'ALF. Abbiamo aperto una finestra (non collegata con l'antifurto) e da lì abbiamo versato del liquido infiammabile, che ha preso fuoco. Il fuoco s'è diffuso in tutto il locale attivando l'allarme. I Mc Imbecilli pensavano che con un antifurto del genere avrebbero fermato le azioni che portano avanti individualità e collettività di tutto il mondo, ma si sono sbagliati. Non è servito a nulla spendere tanto denaro, interessare le incompetenti autorità di Coacalco per proteggere il loro locale di merda, né avere tutte le notti un bastardo poliziotto per la vigilanza. Non è servito a nulla. Con una delle nostre facili azioni abbiamo rotto la pace sociale, abbiamo violato la loro fottuta proprietà privata, abbiamo messo in ridicolo le “rapide ed efficaci” polizie municipale e statale, ed abbiamo lasciato il nostro messaggio vendicatore: “Basta che ti distrai per un attimo e vedi cosa siamo capaci di fare!”.
Dopo i sabotaggi, sia la banca che il McDonald's erano vigilati da agenti statali e municipali, sappiamo dei nuovi corpi speciali che si trovano già in diversi municipi dello stato del Messico. Né i corpi repressivi, né le indagini, né le videocamere ci possono fermare. Siamo da tutte le parti, siamo quelli che ti guardano con odio dai vetri della tua auto lussuosa, siamo quelli che ti osservano quando vai al lavoro, mentre saluti tutti per far vedere che sei un super-socializzato, siamo quelli che tieni come schiavi nella tua casa elegante per le faccende domestiche, siamo quelli che si siedono di fronte a te quando viaggi in metropolitana o in autobus, siamo quelli che ti osservano. Stiamo controllando i tuoi movimenti e non ci fermeremo fino a che non ti vedremo sprofondare sotto la violenza insurrezionale per la liberazione totale.
FLA

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2) Attacchi incendiari contro Telmex

Noi Luddisti contro l'Addomesticamento della Natura Selvaggia rivendichiamo il sabotaggio contro decine di linee telefoniche per mezzo di piccoli dispositivi incendiari collocati all'interno di 3 centraline di controllo del traffico telefonico appartenenti all'impresa distruttrice della terra Telmex, durante gli ultimi giorni di aprile in diverse località dello stato del Messico.
Questi attacchi li effettuiamo con il fine di di danneggiare e distruggere il dominio della civilizzazione sulla terra e su tutti i suoi abitanti.
Non c'è mai stato “l'ultimo dei luddisti”!
Attacco diretto al dominio antropocentrico!
Lxs Ludditas Contra la Domesticación de la Naturaleza Salvaje

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3) Attacco incendiario contro una macchina distruttrice della Terra

I responsabili della distruzione della terra e del disboscamento di migliaia di ettari di foresta in diverse parti del Messico e del mondo, dell'espansione urbanistica che distrugge via via tutte le aree verdi in modo che l'umano antropocentrico possa sopravvivere, riceveranno la risposta dell'ELF. Noi non resteremo passivi di fronte a tale situazione, al pianeta sempre più in decadimento. I bastardi poliziotti delle agenzie speciali contro la eco-difesa non hanno eliminato tutti quelli dell'ELF. Green Scare non ha distrutto il desiderio di libertà. In Messico è nata una nuova generazione disposta a tutto per salvaguardare la vita selvaggia e per distruggere il mondo che vogliono i potenti, quello dell'alienazione e della manipolazione di massa, attraverso la stampa, i mass-media, le scuole standardizzate e i lavori assurdi e monotoni.
La fiamma non s'è estinta. All'alba del 4 maggio, in una piccola località dello stato del Messico, abbiamo collocato un dispositivo incendiario in una macchina distruttrice della terra, che è rimasta inutilizzabile. Il fuoco pulisce i mali della terra. Oggi, sei tu a decidere come utilizzarlo.
FLT/ELF México

mercoledì 6 maggio 2009

Consulenze italiane contro gli anarchici cileni?

Da una e-mail inviata anonimamente, il 5 maggio '09, al sito Hommodolars, s'informa della consulenza che alcuni sbirri italiani starebbero prestando alla repressione contro gli anarchici cileni e le decine di azioni esplosive e incendiarie che si susseguono in quel paese, azioni ancora addebitate ad ignoti. Repressori italiani sono stati negli anni scorsi in Argentina, dove hanno pedinato e fotografato i compagni più attivi, come dimostrato dal libro di un docente di criminologia de L'Aquila. Gli stessi repressori, tra i quali personaggi di spicco dell'antiterrorismo nazionale, sono stati nell'ottobre del 2008 nel carcere di Aachen (Germania) per interrogare Gabriel Pombo Da Silva sui suoi contatti con i compagni anarchici italiani. Oltre ad augurarci altri meravigliosi disastri aerei, come quello che ha colpito il capo dei carabineros cileni a Panama, non possiamo che salutare con gioia ogni scoppio di felicità che proviene dall'esplosivo movimento anarchico cileno.
Archivio Severino Di Giovanni


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Sul bisogno di stare attenti: la strategia poliziesca cilena ed i suoi legami con la razzia repressiva italiana

e-mail anonima invita a Hommodolars il 5 maggio 2009

Non è una novità per noi, o meglio non dovrebbe, il fatto che i gruppi d'intelligence delle polizie dei diversi stati siano strettamente collegati tra di loro e che lavorino insieme non solo per scambiarsi informazioni specifiche, ma con l'idea di apprendere i diversi meccanismi e strumenti di repressione, sia ideologici, che tecnologici e legali.
E' in tal senso che dobbiamo stare attenti ed informare che la polizia cilena sta ricevendo il sostegno, tra gli altri, da parte degli organismi d'intelligence della polizia italiana, così come è noto che qualche subordinato del magistrato Marini è stato in Cile. Non sappiamo da quando, ma può essere da sempre (non è un caso che in Italia gli sbirri si chiamino carabinieri). Questa consulenza viene fornita per le indagini relative agli oltre 90 attacchi alle istituzioni del potere degli ultimi anni, rivendicate da anarchici. La polizia cilena è disperata per non riuscire a mostrare risultati.
Il perché della consulenza della polizia italiana ha a che vedere con la razzia repressiva attuata da quegli sbirri nei cosiddetti “caso Marini” (1994) e “caso Cervantes” (2004).
Nel “caso Marini”, tra le altre, le accuse sono state suddivise in “associazione sovversiva”, “banda armata” e “ricettazione”. Ciò ha permesso che la razzia repressiva raggiungesse non solo coloro che ipoteticamente avevano effettuato i diversi attacchi al capitale, ma anche coloro che sono stati considerati come “rete d'appoggio”. S'è così configurata l'esistenza di una “organizzazione” con due livelli: “il primo livello aperto e pubblico, rappresentato dall'attività politica nell'ambito del movimento, dai dibattiti nei denominati centri sociali occupati, alle manifestazioni, le pubblicazioni e gli incontri”; ed un secondo livello “compartimentato ed occulto, la cui finalità è la commissione di attività illegali come attentati, rapine, sequestri di persona ed altri delitti...”.
Lo “stato italiano ha scatenato una operazione di razzia su quegli anarchici arcinoti per la continua attività durante anni. L'etichetta di colpevole è stata affibbiata a diversi compagni che già avevano pendenze giudiziarie.”
I dettagli giuridico-polizieschi in ambo i casi sarebbero piuttosto lunghi da narrare, oltre ad essere noiosi, ma in sintesi è importante sapere che hanno provocato un alto numero di perquisizioni e di arresti. L'intenzione era quella di costruire nella società l'immagine di una organizzazione anarchica insurrezionale, giustificando una “operazione punitiva, intimidatoria, non solo contro gli anarchici, ma contro tutti quelli che cercano di vedere oltre il pensiero unico e la domesticazione quotidiana. Chi si oppone al sistema è perquisito, schedato e può persino essere arrestato con accuse esorbitanti. Punire alcuni, quelli che sono a portata di mano, a qualsiasi costo, con la vana speranza che magari il resto apprenda. Tutto ciò sta a dimostrare che lo Stato/Capitale si fonda sulla diffusione del terrore e della paura; più in là della monotonia quotidiana non ci può essere nulla, solo la punizione per chi osa guardare oltre...”.
Riteniamo sia necessario che circoli quest'informazione e che sia conosciuta. Sappiamo già che la “nostra” ignoranza è una delle armi che hanno i potenti per mantenerci sotto il giogo. L'idea non è quella di cadere in una paranoia immobilizzante, in una specie di psicosi collettiva (anche se i codardi ci sono sempre stati), questo è quel che essi vogliono. Bisogna stare attenti, capire i chiari messaggi inviati dalla polizia per mezzo del suo storico alleato: la stampa. Sarebbe immorale (come minimo) che un anarchico, un sovversivo o un rivoluzionario si smarcasse da tutta questa storia. Ciascuno deve sapere bene sul lato della barricata in cui stare.

“…Per noi non ci sono colpevoli né innocenti, queste distinzioni sono valide solo per quelli che hanno assimilato i 'valori' del dominio capitalista...”

martedì 5 maggio 2009

Rivendicazione dell'attacco alla sede di Salmón Chile a Puerto Montt




Nel nostro cammino di violenza insurrezionale ci siamo imbattuti con i fascisti di Salmón Chile ed il loro edificio in legno, piuttosto tentatore, ed abbiamo pensato che sarebbe arso come una scatola di fiammiferi. Essi sostengono di fornire lavoro a centinaia di famiglie della regione, contribuendo così al progresso, allo sviluppo, al benessere della comunità. Ma sappiamo tutti che non è così, che le condizioni di lavoro sono una merda, che le loro sostanze chimiche stanno distruggendo qualsiasi forma di vita marina, che l'aria sta diventando irrespirabile e che con il loro schifoso lavoro sottomettono, addestrano e schiavizzano le persone, così come qualsiasi altro lavoro salariato. E' forse degno per un essere umano dover usare dei pannoloni per lavorare in una cella frigorifero, perché ai padroncini passa per la testa che non si usino i bagni in quei luoghi? O esser licenziati per le conseguenze che lo steso lavoro provoca? O essere ricontrattati con un salario più basso dopo il licenziamento, in virtù degli accordi tra la cupola del CUT e il governo e il padronato? (CUT: centrale sindacale maggioritaria in Cile – ndt).

Ultimamente, siamo anche stati testimoni del fatto che il governo non sia solo complice, ma partecipe diretto nella continuità del funzionamento di questa industria, beneficiandola con migliaia di milioni di pesos affinché non lasci il paese per via della crisi. Ma sappiamo tutti che gli interessi dello stato non sono proprio quelli di aiutarci, ma di continuare ad abbindolarci, mantenendoci con la mente occupata nella schiavitù e conformi ad uno stipendio di merda.

Ci immaginiamo il terrore sul volto di quelle famiglie che hanno perso il lavoro nelle ondate di licenziamenti di massa degli ultimi tempi. Il capitalismo, attraverso le imprese, s'è alimentato per molto tempo della vita di queste migliaia di persone che, senz'altra possibilità di sussistere, hanno dato energie e libertà in cambio di pochi spiccioli. Poi, quando non sono divenuti più utili, le stesse imprese li hanno vomitati come se nulla fosse. Oggi, vogliamo paragonare queste facce di terrore a quelle confuse e indignate degli investitori mentre si trovano nella sede centrale completamente distrutta. Chi è che perde di più signori del capitale: voi o la moltitudine dei senza volto? Certamente i secondi, ma ad ogni modo è l'inizio di qualcosa che, sicuramente, sarà un po' più grande.

Questa è la vendetta per i tanti abusi, questa è la risposta della gente, alla quale voi avete rubato la vita per tanto tempo. Credevate che tutto sarebbe proseguito, eravate sicuri della vostra stabilità e del potere sulle persone, ma vi siete sbagliati. Adesso aspettate umiliati mentre i vostri amici del governo cercano di incontrarvi.

La nostra risposta all'abuso è la violenza. E non è solo la nostra risposta, ma la nostra forma di affrontarvi giorno per giorno. Adesso avrete il nostro attacco prima del vostro. Tremate per le vostre proprietà, tremate per le vostre ricchezze, tremate per il vostro passato oppressore. Signori che sfruttate il legname, signori che lucrate sulla pesca, latifondisti... qualsiasi possidente, sfruttatore e aguzzino della libertà: la vostra tranquillità sta divenendo instabile.

Signori dello stato sappiamo che v'impegnerete ad indagare. Noi abbiamo la certezza di non aver lasciato prove rintracciabili dai vostri cani della P.D.I., ma sappiamo anche che accuserete qualcuno, qualsiasi, per lasciare tranquilli i vostri amici del capitale e di fronte a ciò il nostro odio aumenta. Tutti i giorni vediamo i vostri notiziari e siamo testimoni di come accusate e realizzate le vostre patetiche montature che tanto ripudiamo.

Le nostre azioni continueranno perché siamo molti di più di quel che pensate, saremo sempre più di quelli che riuscite ad intravvedere. Ai signori carabineros: grassottelli buoni per la coca, non vi temiamo, siamo ben armati per fronteggiarvi. Attendiamo l'opportunità per vendicare i nostri fratelli caduti nelle vostre mani: Lemún, Menco, López, Huentekura, Cisternas, Katrilew, Kariqueo, Díaz, ….. essi ci indicano il cammino, noi dobbiamo solo prenderli per mano e seguirli ciecamente.

Ci appelliamo agli insorti, ai terroristi (che ben capiscono questo termine appassionato), ai sovversivi, agli anarchici, ai violenti, ecc. a costituire gruppi d'azione, a non aver fiducia nemmeno delle proprie ombre e ad avvivare la fiamma della rivoluzione. Non aspettiamo più, è il momento di distruggere il potere, è ora che scriviamo la nostra storia; la storia non con il pugno chiuso, ma con le nostre docili mani che premono un grilletto o che azionano i detonatori della bomba. Propagandare è utile e necessario, ma non è l'unico fronte.

Ai compagni sequestrati dal fascismo internazionale diciamo: siamo con voi e non vi abbiamo dimenticati. Il nostro massimo desiderio è quello di distruggere le carceri e mettere in una grande palestra tutti i carcerieri senza le armi, in modo che siate voi stessi a giustiziarli con le vostre mani.

Ai compagni che continuano nella lotta per un Wallmapu libero noi diciamo: le nostre azioni sono le vostre azioni, abbiamo nemici in comune e con questi un unico obiettivo. Appoggiamo e festeggiamo ogni attentato contro le forestales e i latifondisti che si trovano nel territorio mapuche. Come voi rivendichiamo la violenza quale forma di attacco diretto contro il terrorismo statale ed imprenditoriale. Rivolgiamo un appello a tutti i weichafe mapuche a continuare ad esercitare il controllo territoriale, amuleai peñi, amuleai taiñ weichan peñi, wewaiñ (incoraggiamento in lingua mapuche – ndt).

Con il fuoco libertario ricordiamo Rodrigo Cisternas a due anni dal suo assassinio! ...Il miglior omaggio è continuare a lottare!

COMANDO AUTÓNOMO 3 DE MAYO

lunedì 4 maggio 2009

Messico – Sabotaggi contro il capitalismo

La notte del 30 aprile, in risposta attiva all'appello per una giornata d'azione decentralizzata contro il capitalismo e in solidarietà con i prigionieri della guerra sociale sono stati effettuati i seguenti sabotaggi:
▪ nella città di Netzahualcóyotl, stato di México distretto federale: 3 bancomat di Bancomer e di HSBC incendiati, 1 di Bancomer sabotato con vernice.
▪ nella delegazione Ixtapalapa, México d.f.:1 bancomat Banamex incendiato con una molotov.
▪ nella delegazione Xochimilco, México d.f.: 2 bancomat Skotia bank incendiati, 4 auto da lusso della Chrisler incendiate in una concessionaria, 7 telefoni pubblici di Telmex sabotati, 6 macellerie siliconate e scritte su chiese e scuole.
▪ nella delegazione Azcapotzalco, México d.f.: scritte contro la costruzione di una stazione di servizio, la polizia ed in solidarietà con i prigionieri.
▪ ad Ecatepec, México d.f.: sabotato un bancomat e una telecamera della banca BBVA.
▪ a Coacalco, México d.f.: 1 auto da lusso Toyota incendiata.
Per l'espansione della guerra sociale. Che la fiamma dell'insurrezione si estenda dappertutto, che tremino i potenti, che scoppi il mondo del capitale di fronte alla guerra sociale. Guerra!!! Guerra, contro quelli che sfruttano la natura per arricchirsi, contro quelli che assassino animali, contro quelli che assassinano ed arrestano i nostri compagni lottatori sociali. Nemmeno il virus di controllo sociale “influenza suina”è riuscito a fermarci. Il virus dell'insurrezione contro lo stato si espanderà.
Questi sabotaggi li rivendica:
LA COORDINADORA INFORMAL E INCENDIARIA POR LA ACCION SUBVERSIVA Y DESCENTRALIZADA
(coordinamento informale e incendiario per l'azione sovversiva e decentralizzata)

venerdì 1 maggio 2009

Freddy e Marcelo trasferiti ed in isolamento



Martedì, 28 aprile 2009, all'alba un gran numero di carcerieri ha fatto irruzione nel padiglione 2 della Unidad de detención Nº 11 di Neuquén. Motivo dell'irruzione il trasferimento di Freddy e Marcelo, non senza minacce di spedirli in Cile.
Freddy è stato trasferito nel padiglione 5 della stessa unità penitenziaria, Marcelo al carcere della città di Cutral-Co, sempre nella provincia di Neuquén.

fonte: bioclasta.blogspot.com
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Comunicato di Marcelo Villarroel

A tutte e tutti quelle/i che lottano per una vita migliore
A quelle e quelli che solidarizzano veramente e praticamente con tutte e tutti i combattenti popolari in prigione
A quelle e quelli che lottano per l'abolizione delle carceri
Alle reti d'appoggio, alla famiglia, agli amici ed ai compagni

1 - Alle 6.30 di ieri mattina, 28 aprile, sono stato trasferito senza avviso e sotto una imponente operazione di polizia dalla Unidad de detención Nº 11 di Neuquén alla Unidad de detención Nº 21 di Cutral-Co (a 2 ore da Neuquén).
2 – Questa decisione, dietro il pretesto delle “ragioni di sicurezza”, è giunta senza avviso giudiziario né altra motivazione. Si tratta di una misura che punta a colpire il crescente lavoro quotidiano di legittimazione sociale che, a Neuquén, ruota attorno alla nostra scelta di lotta anticapitalista e per l'asilo politico in Argentina.
Contemporaneamente, nel separarmi da Freddy pretendono sminuire la volontà, la voglia e la decisione di lottare che abbiamo per giungere ai nostri obiettivi. Ma, ancora una volta, si sbagliano perché lo stato con la sua repressione non comprende l'essenza della nostra scelta di vita, dove non importano il luogo e le condizioni in cui ci tengono. Non riusciranno a spezzarci. Che lo sappiano bene tutti coloro che sognano di tenerci rinchiusi all'infinito: non importa il luogo. Radunare, creare, combattere ed avanzare non sono slogan, sono la realtà concreta qui ed ora.
3 – Sempre per “ragioni di sicurezza” sono in isolamento, rinchiuso 24 ore su 24, in una cella di “contenimento” assieme ad altri 2 reclusi considerati “detenuti pericolosi”. Pare che questo sarà il nuovo, ma già conosciuto, regime di punizione. Riaffermano la concomitanza tra il potere giudiziario provinciale, il tribunale di Zapala e la polizia, quest'ultima libera di agire a suo piacimento.
4 – Da questa cella, ancora una volta e con tutte le forze dell'amore e della complicità di tanti, rivolgo un appello a non smettere nel lavoro quotidiano per lo sviluppo di reti di complicità nella lotta per la nostra libertà. Sono necessari tutti i tipi di sostegno, in modo da rendere effettiva la solidarietà, arma principale in questo sinuoso cammino di liberazione. Riprendere forze, con umiltà e persistenza, con la certezza che questa scelta di vita, piena di dolori, distanze forzate ed afflizioni, sia la maniera più degna di prendere il controllo delle nostre esistenze per incamminarci nel sentiero in cui saremo più degni, liberi e felici, spezzando tutte le catene che ci opprimono, alterando la normalità borghese e ripugnante del capitale e le sue vergognose offerte di ascesa sociale.
Un abbraccio rivoluzionario–libertario da Cutral-Co (culla dei piquetes in Argentina)*, a tutte e tutti i ribelli sociali che lottano in qualsiasi luogo del mondo
APRI GLI OCCHI... E' TEMPO DI LOTTARE!!!
FINO A CHE CI SARA' MISERIA... CI SARA' RIBELLIONE!!!
ASILO POLITICO PER FREDDY E MARCELO IN ARGENTINA!!!
PRIGIONIERE/I DEL MONDO... PER STRADA VIVI E LIBERI!!!

Marcelo Villarroel S.
Prigioniero Politico Libertario d'origine cilena
Unidad 21 Cutral-Co, provincia di Neuquén. Argentina
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* A Cutral-Co, località petrolifera della provincia patagonica di Neuquén, si sono registrati i primi piquetes (blocchi stradali) che hanno portato all'insurrezione popolare del dicembre 2001 in Argentina – nota di bioclasta