lunedì 15 marzo 2010

APPELLO PER IL CILE INSORTO


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Saluto di Marco Camenisch alle compagne ed ai compagni insorte/i ed ai popoli del Cile


Care/i compagne/i insorte/i e popoli del Cile,
vi saluto con il cuore pieno di preoccupazione e dolore per questi momenti d'enorme tragedia che state soffrendo.
Ma vi saluto anche con il cuore pieno di fiducia nelle vostre forze, pratiche ed esperienze autonome e libertarie capaci di affrontare e superare le enormi e dolorose conseguenze di questi terribili avvenimenti.
Che, come ben sappiamo, non sono "catastrofi naturali", bensì catastrofi di una civilizzazione di morte con i suoi imprigionamenti di massa in quelle che sono le città ed in quelle che sono le dipendenze totali prodotte da questo sistema distruttivo, sfruttatore e repressore della Terra, dei suoi popoli e di tutte le sue espressioni di vita.
Che, come ben sappiamo, e tutto il mondo ha visto con il brutale modo d'agire della feccia sbirresca contro il popolo in fame, sono sfruttate dalla feccia di questa sporca società, vale a dire dai potenti dello Stato e del Capitale e dai loro servi, non per soccorrere le popolazioni, ma come occasioni ghiotte per mettere in atto e legittimare, in modo sempre più totalitario e spudorato, la repressione e lo sfruttamento dei popoli colpiti dalla fame, dalle disgrazie e dalla miseria.
Ma sappiamo anche che sono catastrofi dove il nostro impegno insurrezionale come guerriere/i sociali può, nei nostri sforzi per il loro superamento, trovare le migliori occasioni per fare dei passi in avanti nel superare la loro origine, che è questa civiltà del dominio patriarcale ed imperialista.
Con tutto il mio cuore, con la più cara e forte solidarietà, un forte abbraccio d'amore e rabbia a tutte/i voi.

dalla Svizzera, il vostro compagno nel dolore e nella lotta insorgente,
marco camenisch
1 marzo 2010
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Di fronte all'indomita forza della natura selvaggia... inizia così un lungo e dettagliato resoconto, da parte dei compagni anarchici cileni, sul quel che è accaduto in Cile a partire dalla forte scossa di terremoto del 27 febbraio 2010. Ma, come ben sottolinea Marco, non si è trattato di una catastrofe naturale bensì di una civilizzazione di morte con i suoi imprigionamenti di massa in quelle che sono le città ed in quelle che sono le dipendenze totali prodotte da questo sistema distruttivo, sfruttatore e repressore della Terra, dei suoi popoli e di tutte le sue espressioni di vita.
Consci del fatto che non possiamo attendere gli eventi naturali per la distruzione della civilizzazione, noi - individualità antiautoritarie- consideriamo l'impegno attivo ed in prima persona l'unica strada da percorrere per giungere a tale obiettivo.
I terremoti possono anche liberare i prigionieri e favorire il saccheggio dei centri commerciali, ma solo la rivolta può veramente distruggere le carceri ed i suoi carcerieri, il Capitale ed i suoi difensori.
I nostri compagni, e noi con loro, non vogliono che il terremoto fermi o interrompa il percorso insurrezionale che da anni infiamma il movimento anarchico cileno. Percorso caratterizzato dal sostegno concreto ai prigionieri rivoluzionari ed ai prigionieri politici mapuche e dall'attacco, con petrolio e dinamite, agli ingranaggi del sistema distruttore della Terra.
Le vecchie strutture del Capitale... non cadranno da sole!
A rafforzare le reti affini di solidarietà!
Culmine



Non per ricostruire ma per continuare a demolire, si lancia una sottoscrizione complice e solidale. Considerata l'impossibilità tecnica e repressiva di un conto cileno di riferimento, Culmine mette a disposizione il seguente riferimento delle Poste Italiane per bollettini o bonifici:
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