lunedì 8 marzo 2010

Cile - L'indomita forza della natura selvaggia, aggiornamento del 6 marzo


Di fronte all'indomita forza della natura selvaggia. Alcune notizie dal terremoto.


fonte: comunicato anonimo inviato a Culmine, 06.03.2010

Il 27 febbraio, la natura selvaggia ha di nuovo fornito una dimostrazione della sua capacità con un terremoto di 8.8 della scala Richter sul territorio occupato dallo Stato del Cile con un saldo di 700 morti, fino ad ora. Sarebbe sbagliato avanzare delle considerazioni etiche su un fenomeno della natura che non si lascia dominare, pur tuttavia ci sono state delle conseguenze per gli sfruttati e per noi compagni che portiamo avanti la lotta da questa parte del mondo.

La stampa festeggia morbosamente e lancia il classico appello ai militari a riempire le strade. Di seguito le ultime informazioni, aggiornate al 6 marzo 2010, da questi territori:

- La scomparsa di alcuni compagni...

I contatti con le comunità mapuche e con i compagni antiautoritari su tutto il territorio colpito dal terremoto sono ancora piuttosto difficili, per questo l'informazione fornita può risultare incompleta sulla perdita di compagne e compagni.

Profondo il nostro dolore per la perdita del compagno Eric Vonjenstchick, scomparso per lo tsunami nell'isola Mocha, di fronte a Tirua. Eric è stato un membro della Rete d'Appoggio mapuche ed è stato processato e condannato nel 2008 con l'accusa d'aver dato alle fiamme un camion nelle vicinanze di Temuco, dopo la morte del fratello Matías Catrileo, il 3 gennaio dello stesso anno. Eric venne condannato a 3 anni di libertà vigilata. I suoni dei kultrun (tamburi mapuche) hanno accompagnato il suo funerale, come è avvenuto nella sua vita. Lo hanno seppellito nello stesso cimitero in cui si trova il corpo di Matias. Ci auguriamo che il suo spirito e quello degli altri compagni morti si fondano con le forze della natura selvaggia!

- Situazione di alcuni spazi occupati:


- Valparaíso/Spazio occupato "Odio Squat Punk": la mattina del 4 marzo un gruppo di poliziotti rossi (Partido Comunista) sgombera violentemente quest'occupazione, approfittando del caos e di alcune carte che certificherebbero il PC quale possessore di tale spazio. Come è costume del PC, con l'aiuto complice della polizia e delle forze speciali, viene effettuato lo sgombero dello spazio, permettendo che i compagni salvino le loro cose. Lo sgombero della proprietà del PC, con l'aiuto delle forze speciali, finisce senza detenuti. Fuoco e odio alla polizia ed ai desiderosi gestori del capitalismo di Stato!

- Santiago, La Cisterna/Okupa "La Bicicleta": alcuni danni, piccoli crolli e macerie. Lo spazio occupato persiste.

- Santiago, Barrio Yungay/Okupa "La Idea": il 4 marzo, la polizia e la PDI (Policía de Investigaciones) perquisiscono lo spazio approfittando dell'assenza dei compagni e della presenza di personale delle costruzioni Paz Froimovich (noti costruttori, padroni dello spazio e di diversi nuovi edifici caduti con il terremoto, provocando scandalo a livello pubblico e mediatico). La polizia denuncia l'esistenza di un furto/saccheggio di 5.000.000 di pesos cileni avvenuto in un locale dei costruttori, dopo il terremoto, accusando gli abitanti dello spazio occupato dell'esproprio. Approfittando delle circostanze e del contesto caotico, le autorità sono tornate a mostrare la faccia più brutale e l'avarizia di Paz Froimovich ha fatto demolire l'occupazione con tutto quel che c'era dentro, dinanzi ad una forte presenza di forze dell'ordine. A quanto pare, i compunti poliziotti ed architetti che tanto parlano di solidarietà nelle ipocrite campagne "Cile aiuta Cile", non hanno avuto schifo nel demolire una casa abitata. Che presto le loro miserabili case piene di lusso e di accumulo ardano per il fuoco vendicatore.

A moltiplicare e rafforzare le occupazioni!

- Santiago, Barrio Yungay/Okupa "Sacco y Vanzetti": caduta di una parte del tetto interno e sgretolamento di alcuni muri. Continua ad esser occupata ed a funzionare.

- Santiago Centro/Okupa "La Crota": caduta di parti di alcune mura e dell'intonaco della facciata. Continua ad esser occupata.

- Santiago Centro/Okupa "La Isla Tortuga": caduta di diversi muri e danni strutturali. I compagni hanno deciso di abbandonare il posto per motivi di sicurezza.

- Concepción:/Okupa "La Fábrica": notevoli danni strutturali, per cui i compagni hanno deciso di abbandonarla per motivi di sicurezza. Rilevanti le perdite materiali.

Solidarietà agli spazi in lotta contro l'autorità!

- Le cose "Dentro"

"Voglio sottolineare il lavoro che i funzionari della Gendarmería (polizia penitenziaria cilena -ndt), che hanno fatto ricorso alle loro armi di servizio per impedire un'evasione di maggiori dimensioni. Sappiamo che nella regione ci sono 7 detenuti morti per l'impatto dei proiettili sparati dagli agenti penitenziari e l'evasione s'è verificata per ragioni di forza maggiore."

Carlos Maldonado, ministro della Giustizia

Carceri:

In seguito al terremoto, il sistema penitenziario ha subito diversi danni ed è barcollata la sua superba sicurezza. Immediatamente 100 agenti antisommossa hanno viaggiato da Santiago al Sud per reprimere e trasferire i diversi prigionieri, mentre gli stessi carcerieri si sono dedicati a difendere i supermercati e gli elementi della produzione nelle zone più devastate.

Le autorità hanno ispezionato le carceri danneggiate ed hanno riconosciuto che i penitenziari di Molina, Constitución, Parral, Chanco, San Javier, Chillan e Buin (quest'ultimo nella Regione Metropolitana) dovranno esser chiusi per danni o crollo totale. Non si sa ancora quali tra questi saranno demoliti o recuperati.

Il nostro eterno sorriso è rivolto alla vista delle macerie delle gabbie, la nostra amarezza per i compagni prigionieri che non sono riusciti a scappare. Ricordiamoci che la distruzione delle carceri non avverrà solo per i terremoti.

Evasioni:

Il forte terremoto s'è trasformato nella scusa perfetta, la circostanza attesa da diversi sequestrati dallo Stato. Assieme al timore, all'ansia provocata dallo spazio limitato, per forza di cose è venuto fuori l'eterno desiderio di veder cadere la struttura che t'imprigiona. In alcuni casi questo è stato possibile, in altri s'è acuito il caos con incendi intenzionali e con sommosse.

A livello globale, le carceri dello Stato cileno nelle zone del centro e del sud hanno stimato un totale di 426 detenuti evasi, con diversi mezzi, ma sempre in seguito al terremoto.

Quattro i detenuti morti per la caduta di muri, di fronte alla codardia della Gendarmería che li ha lasciati rinchiusi nelle gabbie. Uno è morto per un incendio. Altri sette detenuti sono morti per le pallottole sparate dai carcerieri, per evitare evasioni o durante i tentativi di cattura, assieme ad un numero imprecisato di feriti. Non ci sarebbe stata l'evasione dal carcere Manzano I, anche se non c'è ancora una analisi dettagliata delle evasioni in ogni centro di sterminio.

Le forze repressive sono riuscite a catturare 152 evasi, per ora 274 continuano ad esser liberi. Probabilmente una delle evasioni più spettacolari è stata quella di Chillan, in cui dopo la caduta di un muraglione circa 290 detenuti sono fuggiti tra le case della città, con duri scontri con i carcerieri ed i poliziotti.

-Trasferimenti:

Estese operazioni delle forze repressive (Policía de Investigaciones, Carabineros, militari, gendarmi) hanno generato diversi trasferimenti di fronte ai gravi danni ai centri di sterminio. Dalle carceri di Los Angeles, Coronel e della Regione del Bio-Bio circa una centinaio di detenuti sono stati trasferiti nella prigione in concessione “Alto Bonito”, a Puerto Montt.

Nella zona più colpita, 1.200 detenuti di Concepción, Coronel, Los Angeles e

Chillan sono stati trasferiti nel carcere in concessione "El Manzano II", che stava per essere inaugurato. In questo carcere la multinazionale Sodexo gestisce l'alimentazione dei detenuti.

- Sui compagni:


Il 3 marzo, l'organizzazione mapuche che ha rivendicato diverse azioni incendiarie contro lo Stato cileno, la Coordinadora Arauco Malleco (C.A.M), con un comunicato ha chiesto alle autorità informazioni sulla situazione dei Prigionieri Politici Mapuche sequestrati nelle carceri di: El Manzano I, Lebu, Los Angeles, Angol, Collipulli, Victoria, Temuco, Valdivia, Chol Chol.

A Santiago, siamo venuti a sapere che tutti i compagni che si trovano sequestrati dallo Stato stanno bene e che nella gran parte dei casi ci sono stati un gran spavento, del disordine, piccoli tentativi di sommossa e le ansie nel vedere crollarsi addosso quelle tombe di cemento. I nostri compagni e compagna ed i loro penitenziari di Santiago del Cile:

C.A.S : Axel Osorio, Esteban Huiniguir, Marcelo Dotte

M.A.S: Marcelo Villarroel, Freddy Fuentevilla

Santiago 1: Matias Castro, Pablo Carvajal, Cristian Cancino

C.P.F: Flora Pavez

Ex – Penitenciaria: Sergio Vasquez, Alvaro Olivares

- SACCHEGGI:

Come già segnalato, l'ondata di saccheggi ha scosso in maniera immediata le zone colpite dal terremoto. La mancanza di viveri, la possibilità di spezzare la pace capitalista, di distruggere la proprietà privata o semplicemente di continuare ad accaparrarsi (in alcuni casi) hanno fatto sì che questa pratica si diffondesse in diverse regioni.

Nei saccheggi di massa possiamo vedere la negazione della merce e della proprietà privata, possiamo vedere come i bisogni umani divengono prioritari rispetto al mercato, ma allo stesso tempo possiamo assistere all'accaparramento ed alla stessa valorizzazione del mercato (alcune marche di vestiti, lenti ed oggetti in particolar modo). La realtà dei saccheggiatori, come la stessa realtà sociale è più vasta e complessa rispetto a quella fantasticata da molti marxisti. Non possiamo parlare di una realtà omogenea, con interessi comuni compatti. Quelli che hanno partecipato ai saccheggi sanno che, come nelle altre espressioni della rivolta, essa è molteplice e con diverse proiezioni e prospettive. Ed è così al punto che delle signore mentre saccheggiavano, allo stesso tempo gridavano ai militari di "normalizzare" la situazione. Non cerchiamo falsi "alleati" da tutti i lati.

Noi difendiamo e apprezziamo le azioni di saccheggio, come istintivo bisogno di negazione dell'autorità o come gesto pianificato d'attacco dei grandi accaparratori, ma non alimentiamo miti di una situazione pre-rivoluzionaria da "soviet liberi". I negozi sono stati saccheggiati ed in seguito incendiati come una istintiva dimostrazione di ripudio contro l'attuale ordine delle cose e per disperdere le forze della repressione, non per "sanità igienica" di fronte alla presunta scarsità dei prodotti come alcuni illusi credono. Le cose non funzionano così, come non si brucia la spazzatura delle barricate per un fine sanitario.

- Repressione contro i saccheggiatori:


Siccome opporsi all'autorità è un reato imperdonabile, sia a livello materiale che nel campo delle idee, il potere non perdona i saccheggi di massa dei suoi centri di accumulo degli alimenti e di altri oggetti. La risposta sarà sempre e solo una: repressione.

Idranti, gas lacrimogeni e spari hanno caratterizzato la situazione già nelle prime ore. Sbirri confusi ed isterici detective hanno sparato sia a Concepción che a Quilicura (Santiago). Con

il trascorrere del tempo e la disperazione dei media, le autorità hanno deciso di decretare lo "Stato di catastrofe", che significa l'occupazione militare delle strade e la designazione di un capo militare che decide le misure da prendere. Legalmente, questo nuovo stato di eccezione comporta la restrizione delle libertà di stampa e di proprietà (i militari possono occupare le case, se lo ritengono necessario), libertà d'espressione e di riunione, tra i già limitati diritti borghesi. Anche le pene per i reati commessi aumentano, come per esempio in caso di aggressione od offesa alla patria o alle forze di sicurezza.

Il 5 marzo la polizia perquisisce ed arresta dei poveri cittadini nel comune di Quilicura, a Santiago, tra i quali i fratelli Luis e Bernardo Pulgar Catrileo, Arturo Nuñez, Bastian Contreras e Jannet Fernandez. Nelle loro abitazioni sono stati scoperti dei pericolosi arsenali: zucchero, farina, tè, riso, pasta. Tutti accusati per il saccheggio al “Ofimarket” ed al supermercato Santa Isabel.

A Talcachuano, perquisiti e arrestati Miguel Aránguiz, Juan Moya, Francisco Neptalí, José Pino, Francisco Reyes e Patricio Reyes per la partecipazione ai saccheggi di supermercati e stazioni di servizio.

Il superbo potere ha sollecitato le immagini televisive per poter identificare i partecipanti ai saccheggi. In questo modo il procuratore nazionale Sabas Chahuán (lo stesso che segue il caso degli attentati dinamitardi) ha annunciato l'applicazione della legge Nº 16.282, che aggrava la commissione di reati nelle zone di catastrofe. Ma, assumendo uno spirito "umanitario", ha affermato che si valuterà caso per caso, nel caso in cui ci si trovasse di fronte alla sottrazione di oggetti di "prima necessità". Puah!

Solidarietà verso i saccheggiatori!!

Paranoia sociale o "milizie armate del proletariato insorto per la sua autodifesa"?


Di fronte ai ripetuti insulti dei giornalisti contro i saccheggiatori, di fronte all'indifferenza tipica dell'autorità verso le miserevoli condizioni degli sfruttati e la loro superbia nel trattare -sottovalutandoli- i bisogni urgenti di sopravvivenza, la stampa inizia a lanciare discredito sui saccheggiatori ed a fantasticare su orde di violenti che girano per le strade cercando di saccheggiare tutto quel che è possibile.

Non neghiamo che, effettivamente, ci sono stati dei saccheggi nelle case, per il motivo che alcune delle case saccheggiate appartenevano ai ricchi che in seguito al terremoto hanno abbandonato le proprie abitazioni. Tuttavia questi saccheggi non si sono estesi come quelli ai centri commerciali. Comunque hanno avuto l'effetto di provocare paranoia tra i cittadini, che di notte vedono o sentono "orde" che girano tra le case ed i quartieri, anche laddove la presenza delle forze di polizia o militari è forte.

Di fronte a questo timore, i cittadini si sono organizzati costituendo gruppi di difesa, in cui armati con tutto quel che hanno proteggono le proprie cose. Le prime immagini che sono giunte di queste organizzazioni di "autodifesa" sono relative a ricchi armati di mazze da golf, mazze da baseball ed armi da caccia sportiva. In seguito questa pratica di "autodifesa", accompagnata dal nervosismo mediatico, s'è estesa e nei diversi quartieri abitati da sfruttati. I cittadini si son messi a difendersi dinanzi al pericolo degli "altri". Sarebbe piuttosto maldestro valutare in questa pratica il proletario organizzato come ente sociale, con interessi comuni e diffusi. La verità è che si è prossimi a raggiungere la autonomia proletaria con la creazione della nuova società, a partire dalla amministrazione della nuova polizia.

Le immagini che sono giunte da questi comitati che lavoravano con la polizia per fermare chiunque non fosse del quartiere o non avesse le credenziali dei vicini hanno fatto sì che in quei luoghi non entrasse nessun estraneo. La paranoia è totale e la polizia svolge solo il ruolo di mediatore o inizia a sparare a casaccio durante la notte. Ed è cosi che ragazzi dei quartieri poveri vengono colpiti e picchiati sia dai poliziotti che dai cittadini spaventati dai saccheggi.

Non alimentiamo miti, i comitati armati di vicini non sono in sé una pratica rivoluzionaria. L'organizzazione orizzontale è un'arma gigantesca quando è capace di puntare alla distruzione dell'autorità e dell'autonomia e non quando instaura un nuovo regime autoritario. Non idealizziamo situazioni che solo cercano di giustificare il brutale coprifuoco ed il costante pattugliamento dei militari. L'autodifesa è una cosa, ma cercare nel quartiere vicino il nemico da crivellare con l'aiuto della polizia è un'altra.

- Coprifuoco e militarizzazione

Il coprifuoco è una ulteriore dimostrazione dell'espressione e dell'autorità poliziesca dello Stato.


Quando la situazione è divenuta complessa e la normalità è stata spezzata per diversi motivi, è stata autorizzata l'occupazione militare di diverse città. Allo stesso modo sono aumentati gli orari di coprifuoco, con il tentativo di farla finita con i saccheggi. Prima dalle 21 alle 7 del mattino successivo, adesso si è giunti ad una brutale detenzione di massa degli sfruttati con il coprifuoco che va dalle 18 alle ore 12 del giorno successivo. In pratica si hanno solo 6 ore al giorno per stare in giro per le strade e questa situazione perdura fino ad oggi.

Questi orari sono in vigore nelle regioni di Maule e Bio-Bio, con delle variazioni nelle diverse zone. I militari hanno fermato diverse persone che non hanno rispettato il coprifuoco, mentre i giornalisti passeggiano con i salvacondotti che permettono loro di circolare a qualsiasi ora.

Ogni nottata di coprifuoco termina con una trentina di fermati e con una forte presenza militare, con i blindati che pattugliano la città e proteggono i negozi. E' in tale contesto che un giovane viene ucciso a colpi d'arma da fuoco a Chiguayante, Concepción. Né la stampa, né le autorità riescono a fornire una versione credibile -si parla della difesa dei vicini contro un tentativo di saccheggio, del grilletto facile da parte dei militari, di una guerra tra bande rivali. Alla fine nessuno sa e a nessuno interessa quel che accade ai presunti saccheggiatori o a coloro che non rispettano il coprifuoco.

Ornai s'è creato il precedente alla presenza dei militari per le strade o al coprifuoco per il 29 marzo, in una nuova commemorazione della giornata del giovane combattente, che solitamente si festeggia con scontri notturni, tra le altre forme di ricordo.

Fuori le truppe di occupazione, fuori i soldati!

A rafforzare le reti affini di solidarietà!

Le vecchie strutture del Capitale... non cadranno da sole!


6 marzo 2010

-Anonimxs-

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