sabato 23 maggio 2009

Comunicato del C.S.O. Sacco e Vanzetti sulla morte di Mauri


E' morto un guerriero, ma il nostro fuoco non si spegne...

Mauricio Morales, un nostro fratello, è morto questa mattina. Trasportava un ordigno esplosivo che è detonato sulla sua schiena, ammazzandolo all'istante. Si presume che la nefasta istituzione della Gendarmería fosse l'obiettivo del suo attacco. E' morto da guerriero, affrontando senza timori e senza cedimenti qualsiasi forma di potere.
Ha deciso di trasformare il suo odio in azione, trasformando la sua vita quotidiana in un costante combattimento contro l'esistente. Pubblicazioni, appoggio diretto ai compagni prigionieri, diffusione della letteratura anarchica e antiautoritaria, assemblee di propaganda delle idee, sono stati i coltelli che ha affilato nella sua esistenza. Ha cercato di dare il suo apporto in diverse maniere alla distruzione di questa società basata sulla logica del potere e dello sfruttamento.
Il dolore strazia i nostri cuori in questi momenti, ma è importante non demoralizzarsi, non cadere nel letargo provocato dalla perdita di un compagno. Non dobbiamo dimenticare che egli è morto con lo sguardo rivolto al suo obiettivo. E questa cosa deve scuoterci, ci deve aiutare a spalancare gli occhi.
Siamo in guerra, i colpi saranno molti, di diverse forme, ma un guerriero è tale quando non si ferma, quando non claudica, quando fa della sua vita -tra le altre cose- un continuo superamento di ostacoli.
La crudezza della morte ci colpisce ed è tale la voragine che ci costa credere a quel che sta accadendo. La morte o il carcere non sono solo slogan, oggi sono per noi una frase tatuata a sangue e fuoco.
Di fronte alla dolorosa scomparsa di Mauri, la polizia, i magistrati e la stampa si sfregano le mani e passano al contrattacco perquisendo i due centri sociali: “Cueto con Andes” e “La idea”. La violenza di queste due operazioni non ci sorprende, la guerra è stata sferrata senza contemplazioni e noi ne prendiamo atto.
Le case occupate perquisite si trovano nel nostro stesso quartiere. Il trambusto provocato dalle comitive della repressione ci ha fatto capire che sarebbe stato imminente il loro arrivo anche da noi. Ciò nonostante, compagni e compagne solidali sono venuti qui a dare la propria solidarietà, mentre il quartiere veniva militarizzato. Li abbiamo fronteggiati, abbiamo resistito e fino ad ora le forze repressive non sono entrate nella nostra casa, nonostante i pronostici.
Compagni siamo coscienti di quel che accadrà adesso, sappiamo che avremo giorni e mesi difficili. Ma sappiamo anche che il dolore e la tristezza per la scomparsa del nostro fratello non potranno paralizzarci. Ricordiamo insistentemente che egli è morto in combattimento, che l'offensiva ha forme diverse. Ci appelliamo, dunque, a che la bella fiamma del suo cuore anarchico ne diffonda il desiderio irriducibile di annientare questa realtà.
Il suo corpo oggi giace prigioniero nella mani della polizia e dei suo mercenari, ma l'energia della sua vita permane tra di noi, con i compagni che assieme a lui e in maniere diverse si sono scontrati e si scontrano contro tutto ciò che vuole trasformarci in schiavi.
Ringraziamo emozionati il sincero appoggio da parte di compagni solidali, così come sputiamo in faccia a quelli che fanno della loro vita solo una critica statica, protetta dalle comodità e dal timore.
Coraggio compagni ed in guardia! Verranno anche qui, presto o tardi, non abbiamo dubbi. Ma quel che importa è che la critica spietata all'ordine stabilito si rafforzi e si diffonda come la peste nera (Peste nera: sarebbe stato il nome del prossimo progetto editoriale del nostro fratello Mauri).
Il fuoco vendicatore del nostro compagno ci dà la forza per mantenere l'esistenza in un eterno combattimento. Per te, Mauri, una abbraccio enorme e non dubitare: continueremo a lottare per la distruzione del potere. Sei con noi, sentiamo qui il tuo sorriso e la tua forza.
Appostati sul tetto della casa, sbirciando l'orizzonte... mai sconfitti, né pentiti.

Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti
22 maggio 2009, Santiago del Cile
“Trasformiamo il nostro dolore in rabbia e la nostra rabbia in polvere nera”*

* Striscione scritto da compagni solidali

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